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Tecnologie innovative per lo studio della morfologia delle coste e dei fondali
S. Cappucci1, M. Del Monte2, S. Donati3, D. Sammartano3, M. Paci4
(1) ENEA - National Agency for New Technologies, Energy and Sustainable Development.
(2) - Università di Roma “La Sapienza”.
(3) AMP - Egadi Islands Marine Protected Area.
(4) Giaconsulting.
( .cappucci@enea.it; Tel: 06-30483415; Fax: 06-30483028)
La gestione delle risorse naturali è particolarmente importante in ambienti costieri,
soprattutto laddove, come nelle Aree Marine Protette (AMP), l’impatto antropico ed il
flusso turistico devono conciliarsi con la conservazione degli habitat naturali. Il
sottoprogetto GE.RI.N. (GEstione delle RIsorse Naturali), finanziato dalla L. 191 del
23.12.2009 (art. 2, comma 44 - nell’ambito del progetto “Ecoinnovazione Sicilia”),
rappresenta un intervento pilota finalizzato a favorire lo sviluppo sostenibile nell’Isola di
Favignana (Egadi, Sicilia Occidentale), sede dell’Area Marina Protetta (AMP) più estesa
del Mar Mediterraneo, gestita dal Comune di Favignana per conto del Ministero
dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Per raggiungere tale obiettivo, sono stati raccolti, catalogati, georiferiti e re-interpretati i
dati disponibili inerenti la topografia, la batimetria, la geologia, l’idrogeologia, l’uso del
suolo, la pericolosità ed il rischio, le biocenosi marine. I dati sono stati organizzati sotto
forma di geo-database che, ad oggi, è ancora in fase di implementazione, ma che è stato
strutturato in modo da poter essere facilmente aggiornato ed integrato nel tempo. Altro
obiettivo rilevante per il progetto è stata la caratterizzazione del fondo marino, sede di
numerosi itinerari per immersioni subacquee, e colonizzato dalla più estesa prateria di
posidonia Oceanica del Mar Mediterraneo (circa 6.400 ettari).
Nel presente lavoro saranno presentati i risultati preliminari inerenti l’assetto
geomorfologico del fondo marino, esaminato attraverso il Digital Elevation Model (DEM)
derivato dai rilievi topo-batimetrici condotti con tecnologia Multi-Beam (tra -40m -70m) e
LIDAR (fino a - 40 m) ed i dati iperspettrali acquisiti nell’ambito del progetto PON
Sicurezza (Monitoraggio Aree Marine Protette Interessate da Reati Ambientali) del
MATTM (ex Dir. Gen. per la Tutela del Territorio e delle Risorse Idriche), la cui
accuratezza è stata migliorata grazie ad una serie di indagini dirette ed indirette (Fig. 1).
Le strutture osservate, sembrano ricondurre i processi di rimodellamento della superficie a
due epoche diverse:
• all’Olocene per il rimodellamento del substrato roccioso mesozoico affiorante
e la formazione di strutture sedimentarie a grande scala ortogonali alla
direzione dei venti prevalenti (rilevati dal luglio 2012 al luglio 2013 – Fig. 2A);
• all’Antropocene, per effetto della pesca a strascico e degli ancoraggi delle
imbarcazioni che negli ultimi decenni hanno influenzato la morfologia del
fondo (Fig 2B, 2C).
Le interpretazioni ottenute hanno consentito una analisi geomorfologica ed ecologica utile
anche per la gestione della AMP, in quanto i rilievi hanno consentito di ottenere una
caratterizzazione dettagliata ed inedita dei fondali, e costituiscono uno strumento di
supporto per la valutazione degli impatti, la gestione dell’ambiente marino, la realizzazione