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reti a Rizzo) hanno avuto nel trattare la È noto che la flotta di Annone, carica di
materia. La sola lettura di Polibio e degli vettovagliamenti, era partita da Cartagine
altri storici dell’antichità senza il confor- con il precipuo scopo di rompere l’asse-
to/confronto delle fonti archeologiche, dio che costringeva i propri connazionali
sia subacquee che terrestri, non permette- sulla vetta del San Giuliano (Erice) e ri-
va di dettagliare alcunché sulla dinamica fornirli di viveri e masserizie poiché or-
dello scontro al di là di una generica iden- mai stremati dal lungo isolamento cui li
tificazione di quest’ampio spazio di mare avevano costretti i Romani accampati alle
delle Egadi come l’effettivo teatro delle pendici del medesimo monte. Al fine di
operazioni, e di inquadrare con precisione comprendere bene la problematica con-
il momento politico-militare che entram- nessa con l’assedio sul San Giuliano e, so-
bi i contendenti stavano attraversando. prattutto, le sue dinamiche topografiche
Ma l’approfondimento sia delle proble- in funzione della definizione più precisa
matiche topografico-archeologiche che di del probabile luogo di attracco designato
quelle storiche ci ha fatto giungere a con- della flotta di Annone, era necessario co-
clusioni diverse attuando, soprattutto, noscere bene la situazione topografico-ar-
quell’indispensabile correlazione critica e cheologica di questo monte, finora non
dinamica tra fonti scritte e fonti archeo- dettagliatamente nota. A tal fine ci siamo
logiche. avvalsi della collaborazione di Antonino
Dal saggio della Gulletta si evince che Filippi, profondo conoscitore dei luoghi,
l’indicazione di Polibio del luogo di ap- che ha riconsiderato quanto finora scritto
postamento romano prima dell’agguato ed elaborato al proposito, alla luce di una
con “Aigussa di fronte a Lilibeo” può ben puntuale ricognizione del monte, indivi-
identificarsi con Levanzo e non con Favi- duando emergenze archeologiche che ci
gnana. Ciò in virtù di una rilettura del hanno permesso di ipotizzare con mag-
passo polibiano alla luce del successivo giore precisione la dinamica dell’assedio
testo di Livio secondo cui la necessità di e, quindi, anche l’approdo cui tendeva
specificare quale delle “Aigussa” intende- Annone. Per quanto attiene ai particolari
va scaturiva proprio dalla necessità di di- della situazione topografica-archeologica
versificarla rispetto a quella più grande del Monte San Giuliano si veda il saggio
(Favignana). Molto accortamente la Gul- di Filippi proposto in seguito.
letta spiega che “se la ‘Aigussa di fronte a Nel corso della prima guerra punica Erice
Lilibeo’ fosse da intendersi ‘la Aigussa da centro noto nell’ecumene di allora co-
quella che è davanti al Lilibeo’, l’esigenza me sede dell’importante santuario dedi-
di un tale chiarimento topografico, da cato ad Astarte/Venere, diventa roccafor-
parte della fonte di Polibio non si spieghe- te militare cartaginese. Già dal 260 a.C.
rebbe se non con la necessità di indicare Asdrubale aveva trasferito i suoi abitanti
non la più grande e la più nota delle isole, nell’emporio costiero di Drepanum con
quella che dà il nome all’arcipelago (Favi- l’intento di rafforzare le difese costiere.
gnana), bensì la sua gemella, l’Aigussa più Ma la vetta rimane saldamente nelle ma-
piccola, la Phorbantia di Tolomeo, quella ni dei Cartaginesi ed è per questo che nel
Levanzo legata all’antico ricordo di mari 249 a.C. i Romani vi posero l’assedio sul
tempestosi lungo le rotte rodie e fenicie versante occidentale e meridionale, inter-
verso il Tirreno”. rompendo di fatto il collegamento tra la
Tenendo a mente quanto su specificato roccaforte militare sulla vetta e lo scalo
rivolgiamoci adesso alla definizione della marittimo di Drepanum. Qui, nei pressi
meta della lunga navigazione cartaginese. del Pizzo Argenteria e delle Rocce del Cal-
65 Sintesi storico-archeologica e potenzialità della ricerca