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               L'associazione con la Sterna comune è nota per la Jugoslavia nella vici-
           na !stria anche su isolotti rocciosi ed è pure frequente nel Quarnero e in Dal-
           mazia (Perco, oss. pers.; Stromar, 1980). Qui l 'associazione potrebbe essere
           di vantaggio reciproco nei confronti della predazione di uova e pulii da par-
            te  di Cornacchie  (Stromar,  l.c.).
                T ella maggior parte degl i altri casi analoghe considerazioni sono possi-
           bili, salvo forse per specie qua li Nibbio bruno, Gabbiano corso e Marangone
           dal ciuffo, per le quali sembra più verosimile una semplice coincidenza nel-
           l'ubicazione dei nidj nei medesimi siti perché particolarmente adatti alle lo-
            ro esigenze  riproduttive.
               La presenza di Germani reali nidificanti a ll'interno delle colonie in am-
           biente vallivo è stata, d'altro canto, sicuramente sottovalutata nel corso del-
           la  presente  indagine.  Casi  di  associazione  tra  varie  specie  di  Anatidi  e
           Gabbiani reali nordici sono noti da tempo e ben documentati (A.A. vari, 1982).
               Blondel e Isenmann (l.c.) sottolineano come nella Camargue il Gabbiano
            reale  tenda ad escludere gli altri Laridi nel  caso delle colonie più dense e
            numerose.
               I dati raccolti nella presente indagine suffragano tale affermazione, la
           cui generale validità sembra essere confermata paragonando la distribuzio-
            ne sparsa delle coppie di Gabbiano reale nelle valli di maggiore estensione
           (soprattutto Comacchio dove il numero totale delle specie associate è massi-
            mo:  n = 11) con le colonie più dense  (dove il numero delle specie associate
           è  minimo).


            NIDT
               I dati sulla struttura dei nidi raccolti nel corso della  presente indagine
           (Tab. 21) sono spesso carenti a causa della difficoltà di accedere ad  alcune
            colonie,  e di compiere misurazioni di superifici e di distanze  tra nidi nelle
            colonie  molto  disperse.
               Per  l'Adriatico settentrionale (Fig.  14) i nidi erano formati nella quasi
            totalità dei casi con l'accumulo di steli, rametti e  piante acquatiche varie
            (spesso Zoslera sp.  pl.).
               Nel1984 su un totale di 149 nidi esaminati il47,2% risultava con un grado
            di copertura vegetale inferiore al 30% o totalmente assente; il33,8% con co-
            pertura attorno al 50%. Nel  1985 su  un totale di  126 nidi esaminati il 41%
            risultava con un grado di copertura vegetale inferiore al 30% o assente; il
            39,4% con copertura attorno al 50% (Morin, com. pers.). In alcuni casi si è
            riscontrata nella  laguna  di  Grado (Valle Cavanata), su  un argine di recente
            costruzione e in gran pa rte privo di vegetazione, la presenza di parecchi ni-
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