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Convegno “Le risorse lapidee dall’antichità ad oggi in area mediterranea, 25 – 27 settembre 2006 Canosa di Puglia (Bari)

meno pregiata e di qualità tecniche più scadenti, risultava essere meno costosa anche per
l’assenza di spese di trasporto dall’isola alla terraferma.
L’intero paesaggio del settore orientale dell’isola (circa 7 km2) appare oggi fortemente
condizionato dall’attività estrattiva: cave a cielo aperto caratterizzate da ripide scalette
scolpite nella roccia e con ancora i segni del “picune”, attrezzo con cui i “pirreri” (cavatori)
estraevano i conci; dedali di gallerie sotterranee (“mucati”) che si aprono a livello del mare
per continuare all’interno dell’isola intervallati ad ampi ambienti (“mafie”) sorretti da pilastri
(“pileri”) costruiti grazie all’esperienza del mastro cavatore che guidava l’avanzamento
dell’estrazione in funzione delle caratteristiche del materiale (presenza di venature, livelli
fossiliferi, livelli sabbiosi o calcarei, etc.); solchi lasciati dai carretti che trasportavano insieme
ai muli e ai bambini “i cantuna” (i conci) sino alle zone costiere dove alcuni scivoli (“scari”)
fatti prima di legno e poi di calcarenite portavano i conci su barche a vela (“schifazzi“) per
essere trasferiti sulla terraferma.
Il materiale estratto veniva usato non solo nel campo dell’edilizia locale favignanese e delle
altre Isole Egadi ma anche nell’area trapanese, in molte zone della Sicilia (buona parte della
città di Messina dopo il terremoto del 1908 fu ricostruita con i conci di calcarenite
proveniente da Favignana) e nel bacino del Mediterraneo (specialmente nei paese delle coste
settentrionali dell’Africa).
Per le sue caratteristiche tecniche, la calcarenite di Favignana è stata utilizzata per il
rivestiment o di edifici di interesse monumentale (Villa Igea a Palermo, Villa Florio a
Favignana, Museo Pepoli e Basilica dell’Annunziata a Trapani, Moschea di Tunisi, etc.).
La massa omogenea e la grana fine rendevano la calcarenite facilmente “scolpibile”. Alcune
grotte conservano graffiti di età preistorica (Cala San Nicola) quali figure umane e animali
(cervi e tonni). Scritte puniche, stemmi spagnoli e graffiti moderni realizzati da turisti e
avventori delle calette sono visibili in tutto il settore orientale dell’isola. Artigiani e artisti
locali e non utilizzano le calcareniti per la creazione di strutture ornamentali, opere scultoree,
oggetti artigianali, etc..
L’intensa attività estrattiva ha fortemente condizionato l’aspetto paesaggistico dell’isola,
infatti le aree di cava, pur costituendo un lemento di criticità del paesaggio, oggi costituiscono
parte integrante della vita della comunità in quanto nelle cave abbandonate, è stata realizzata
un’ediliza non invasiva e perfettamente inserita in tale ambiente artificiale e soprattutto
splendidi giardini e orti che risultano protetti dalla salsedine e dallo spirare del vento
“Favonio”.

      USE OF GRANITE IN THE HISTORICAL URBAN CENTER OF TEMPIO
     PAUSANIA (GALLURA, NE SARDINIA, ITALY): A MULTIDISCIPLINARY

                                                APPROACH

                     Decandia D.1, Marini C.2, Naitza S.3, Pinna G.1, Tocco S.3

1 Laboratorio del Centro Storico – Comune di Tempio Pausania
2 DISTER – Dipartimento di Scienze della Terra – Università di Cagliari
3 DIGITA – Dipartimento di Geoingegneria e Tecnologie Ambientali – Università di Cagliari
Autore corrispondente; e-mail: tocco@unica.it

From ancient times, the extensive use of granitic rocks as building and dimensional stones
characterized the region of Gallura (Northeastern Sardinia), where abundant traces of their
historical, cultural and economic significance are widely exposed in the territory. The more
structured examples of the temporal continuity in the extraction, working and utilization of
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