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Convegno “Le risorse lapidee dall’antichità ad oggi in area mediterranea, 25 – 27 settembre 2006 Canosa di Puglia (Bari)

L’estrazione è ben evidente in tutta l’isola: soprattutto la parte orientale è ricchissima di siti,
piccoli e grandi, che appartengono ormai al patrimonio naturale dell’isola; geologia e
coltivazione della pietra sono inscindibilmente connesse ovunque. La quantità di roccia cavata
è stata veramente notevole, risultando il piano campagna nella parte orientale dell’isola
abbassato fino a 20 m di profondità ed essendo tutto il centro storico e la maggior parte delle
abitazioni al di fuori di esso costruite in vecchie cave. Ovunque ci si imbatte in case che
sfruttano le antiche cave e assai comuni sono i giardini ipogei al loro interno, dove l’uomo da
sempre coltiva gli alberi da frutta al riparo dai venti e dove fioriscono esotici fiori. Quindi a
Favignana le cava è casa, la cava è giardino e, negli ultimi tempi, la cava è hotel. E’ stato
infatti utilizzato un edificio di supporto allo svolgimento del lavoro di estrazione per edificare
un albergo, dove la coltivazione e l’uso della pietra sono esaltate da una ricca documentazione
fotografica. Il materiale da costruzione è rappresentato da masselli di calcarenite e tutti gli
spazi della ricezione alberghiera sono nella più antica zona di coltivazione. Il giardino e il
ristorante si sviluppano nello spazio a fossa tra pilastri su cui si riconoscono le tracce della
coltivazione manuale della pietra. Una parte del giardino è dedicata all’esposizione delle
macchine utilizzate per tagliare e trasportare la pie tra, mentre per l’arredo interno è stata
impiegata la documentazione storica dell’estrazione e del trasporto della calcarenite (su
barche a vela note in gergo locale con il termine “schifazzi”). A circa 500 m dall’”Hotel delle
Cave” è in costruzione una nuova struttura alberghiera, anch’essa ubicata in una cava storica.
La coltivazione della calcarenite di Favignana, operata un tempo manulamente, è ora
realizzata con macchinari e a cielo aperto, fornendo elementi finiti con dimensioni standard
tradizionali e pezzi speciali fuori misura con destinazione il mercato siciliano. Il materiale di
scarto è anche utilizzato per la produzione di oggettistica. La polvere residua di lavorazione
trova impiego come materia prima per malte pregiate.
Storicamente fu rea lizzata anche la coltivazione in sotterraneo, le cui tracce sono ben evidenti,
ad esempio, sulla falesia di Cala Rossa.
La Pietra di Favignana è sempre più valorizzata con il coinvolgimento dei turisti, che
rappresentano la principale risorsa economica attuale. Un hotel in cava consente di avvicinare
al mondo estrattivo storico e contemporaneo anche chi ne è lontano. Il passato e il futuro di
Favignana si coniugano pertanto con la sua principale ricchezza.

 POSSIBILITÀ DI RIPRESA SOSTENIBILE DELLA COLTIVAZIONE DI UN SITO
           LAPIDEO STORICO: IL CASO DEL MARMO BIGIO VENATO DI
                                            MONCERVETTO

                         Fornaro M.1, Fiora L.2, Giuliani A.3, Gugliemetti L.4

1 Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Terra;
Autore corrispondente; e-mail: mauro.fornaro@unito.it

Lo studio proposto ha l’obiettivo di approfondire gli aspetti della coltivazione, della
valorizzazione e delle applicazioni di un materiale lapideo di particolare pregio ornamentale:
si tratta del Marmo Bigio Venato di Moncervetto, estratto in Monastero Vasco (CN). I primi
impieghi artistici risalgono al 1300, ma solo dal XVI secolo tale materiale è stato coltivato in
maniera intensiva per essere applicato in molti monumenti del Piemonte fino alla fine del
1800.
Il contributo vuole aggiornare sulla attuale situazione della cava con la prospettiva di una
ristrutturazione funzionale dei cantieri.
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