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Le  condizioni climatiche e topografiche dell’isola non sono favorevoli allo sviluppo della
               vegetazione poiché viste la pendenza dei versanti, le estati secche e la scarsa presenza di suolo la

               ritenzione idrica è  tutt’altro che facilitata.  Le  piante hanno dovuto sviluppare  caratteristiche
               particolari per trattenere e captare l’acqua. Alcune di queste caratteristiche adattative al clima

               dell’isola hanno favorito la stabilizzazione del substrato limitando l’erosione dovuta alle piogge

               battenti e aumentando la permeabilità del terreno grazie alle radici profonde degli arbusti
               mediterranei.







               2. Inquadramento geologico regionale

               La Sicilia occupa un settore del Mediterraneo centro-occidentale ed è un segmento del sistema

               alpino che si sviluppa lungo il limite di placca Africa-Europa. Questo segmento di catena collega
               la catena africana delle Maghrebidi con l’Appennino meridionale,  attraverso il cuneo di

               accrezione della Calabria.


               Dopo la fase orogenica alpina paleogenica, i movimenti compressivi più importanti di questo
               settore del Mediterraneo sono legati alla rotazione antioraria del blocco Sardo-Corso, considerato

               da alcuni autori come un arco vulcanico. La rotazione, che si sviluppò dall'Oligocene superiore
               al Miocene inferiore,  ha portato alla  collisione del blocco Sardo-Corso con il margine

               continentale africano.  La formazione della  catena è dovuta  alla subduzione verso Ovest della

               litosfera  adriatica e  ionica sotto il blocco Sardo-Corso.  (CATALANO  et al.,1985).  L’analisi di
               facies regionale indica che le successioni che vanno dal Paleozoico-Mesozoico al Paleogene,

               riconosciute in Sicilia, rappresentano la copertura sedimentaria di distinti domini paleogeografici
               che si svilupparono nell’oceano  della Tetide  e sul margine  continentale africano prima della

               deformazione (fig. 2.1).






















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