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proprio il Wwf Italia aveva denu nciato "l'assenza di strumenti concreti per attivare a tutti gli
effetti le Riserve marine, ridotte altrimenti ad un mero decreto la cui applicazio ne è
contro llata dalle Capitanerie di Po rto".

"L'Ente gesto re delle Riserve -è la tesi di Antonio Canu, del Wwf - non può coincidere
con le pur brave Capitanerie di Porto, già impegnate su altri fronti e comunque adibite al
controllo de i vincoli. E non si può pensare di gestire le riserve con una manc iata di miliardi,
s ufficienti appena alla gestione ordinaria: una Riserva marina fun ziona se, oltre a conservare
l'ambiente, mette in mo to una serie di aui vità di sviluppo socio-econo miche compatibili, a
cominciare dalla fru iz io ne corretla. L'offerta turistica, ad esempio, deve andare oltre i mesi
esti vi". Il Wwf ha presentato anche un decalogo per il rilancio delle Ri serve marine che
prevede: unica competenza ministeriale in materia; scelta di Ent i gestori di versificati e
qualificat i localmente (amministrazio ni, i tituti scie ntific i, associazioni ambientaliste); mezzi
e fondi an nuali e sufficie nti all 'avviamento della Ri erva ed alla gestione o rdinaria; una
strategia ed un programma che abbia obieui vi e tempi ben definiti.

H 25 febbraio 1998, con la pubblicazio ne dei rispetti vi decreti istituti vi sull a Gazzetta
Ufficiale, il Ministero dell 'Ambiente ha dato vita ad al tre tre Riserve marine in Puglia, Lazio e
Sardegna: Porto Cesareo, Isole di Ventotene e Santo Stefano, Penisola del Sinis-lsola Mal
di Ventre. Nei decreti istitu tivi è stato previsto un fin anziamento di un miliardo e 215 milioni
di li re per l'avvio delle tre nuove Riserve e di 500 mil io ni l'anno ciascuna una volta che
saranno a regi me.

APPENDICE/V

LE ISOLE MINORI IT ALLA E

Le "isole mino ri" italiane sono 40, comprese in 6 regioni, Il province e 38 comuni . La
loro superficie totale è pari ad oltre 900 chilo metri quadrati e sviluppano complessivamente
1.100 chilometri di coste.

Da una ricerca svolta dal Ministero dell'Ambiente nel 1989, i reside nti nelle iso le minori
ri sultavano essere 175. 175, corrispondenti ad una densità media di 192 abitanti pe r chilo me tro
quadrato. E' stato però calcolato che durante i mesi estivi il numero di abitanti presenti sulle
isole ri sultava in med ia praticamente più che tripli cato ri spetto al normale (pari a l 1.380.985
un ità).

Questi i dati (aggiorna mento dicembre 1989) riferiti all'arcipelago delle Egadi : Isola di
Marettimo (7 11 residenti , 7.000 presenze turi stiche annue, 700 presenze come picco
massimo in un solo giorno), Favignana (3.791 residenti, 92.250 turisti annui con 5.940
persone ne l giorno di massima presenza), Levanzo (27 1 residenti, 4.000 turi sti annui e 400
persone co me "picco" giornaliero).

I princ ipali problemi socio-ambientali delle isole minori indi viduati dall a ricerca del
Ministero dell'Ambiente - seppure con profonde differenze tra le singole realtà - sono tutti
riconducibi li all"'alto grado di carenza dei servizi ": insufficiente approvvigionamento idrico,
inadeguato sistema fognario e di depurazione, problemi legati all o smaltimento de i rifiuti e
all 'inquin amento provocato dall'assalto di auto e natanti . E ancora: eccessiva urbani zzazione e
cementificazione, incendi, sfruttamento "intensivo" e poco selet ti vo de lla pesca, insuffic ie nte
valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale con episodi di vandalismo. Sulla
base dei ris ultati della ricerca del Ministero del l'Ambiente, l'associazio ne Italia Nostra ha
intrapreso una dura battagli a in difesa delle isole mino ri italiane e de ll a lo ro cultura: "li fo rte
incremento delle att ività legate al turismo - si legge in un documento - ha provocato grandi
cambi ame nti, stravolgendo la mentali tà, le ab itudini , i ritmi di vita degli abitanti. In molte

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