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quelle strutture tettoniche che si esprimono in corrugamenti,
faglie o fratture della crosta terrestre, accumuli di tensioni
generatrici di terremoti.
“Lungo il confine usticese del blocco siculo-ibleo c’è un
prevalente regime compressivo – ha spiegato al Corriere della
Sera il ricercatore Mimmo Palano -, con la formazione di
faglie responsabili di frequenti terremoti, in genere di
magnitudo moderata. Sul versante messinese e ionico il quadro
peggiora nettamente. Nel complesso il blocco siculo-ibleo
appare soggetto a un movimento complessivo laterale verso
nord-ovest, con il risultato che lungo tutti e tre i sui
confini si originano zone esposte al rischio sismico. Ma i
terremoti più forti di tutta l’area siciliana avvengano lungo
il bordo orientale dell’area iblea”.
O.O.
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microplacca-sicula-iblea-tra-europa-e-africa/