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Brullo et al., Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. (2008)  FP62

2.2.6 - Teucrio siculi-Quercetum ilicis Gentile 1969 em. Brullo e Marcenò 1985, Not. Fitosoc. 19(1): 199
     (Tab. 7, col. 5-13; *Tab. 7b).

SINONIMI – Querco-Teucrietum siculi Gentile 1969, Vegetatio 17: 217, p. p.
a) subass. teucrietosum siculi Bartolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1990, Acta Bot. Malac., 15: 212
(Tab. 7, col. 5-12; *Tab. 7b).
LECTOTYPUS – Ril. n. 4, Tab., Gentile (1969).
SPECIE CARATTERISTICHE – Teucrium siculum.
STRUTTURA ED ECOLOGIA – Formazione forestale mesofila a Quercus ilex di tipo acidofilo, differenziata da un

     gruppo di specie calcifughe del Quercenion dalechampii. Essa risulta legata a substrati silicei (scisti,
     gneiss, sabbie, conglomerati, basalti, graniti, ecc.) o a suoli lisciviati di varia natura.
BIOCLIMA – Rientra nella fascia compresa tra il Termomediterraneo subumido superiore e il
     Mesomediterraneo umido superiore.
RUOLO SINDINAMICO – In Sicilia l'associazione presenta un comportamento prevalentemente azonale,
     localizzandosi a quote comprese tra gli 800 e i 1200 m, in stazioni a microclima più fresco e umido
     rispetto al macroclima circostante, quali forre, valloni ed versanti settentrionali dei rilievi. È diffusa
     all’interno della fascia climacica di querceti caducifogli, fra cui il Quercetum leptobalani (Madonie e
     Bosco della Ficuzza) e l’Erico arborae-Quercetum virgilianae (Nebrodi e Peloritani). Solo nei tratti più
     umidi del versante tirrenico dei Nebrodi e delle Madonie, limitatamente ai substrati silicei, il Teucrio
     siculi-Quercetum ilicis costituisce l’aspetto più evoluto di una serie climatofila. In particolare sui
     Nebrodi costituisce una fascia interposta tra la serie del Querceto gussonei sigmetum e quella
     dell’Arrhenatero-Querceto cerridis sigmetum. Sulle Madonie invece essa occupa una fascia compresa
     fra l’Erico-Quercetum virgilianae e l’Anemono-Fagetum sylvaticae.
DISTRIBUZIONE – In Sicilia l’associazione è segnalata per l’Etna (Gentile, 1969; Poli e Maugeri 1974; Poli et
     al., 1979; Brullo e Marcenò, 1985; Siracusa 1996), i Peloritani (Guarino, 1998), i Nebrodi (Gentile,
     1969; Brullo e Marcenò, 1985; Bartolo et al., 1990; Gianguzzi, 1999), le Madonie (Bartolo et al., 1990)
     ed il Bosco della Ficuzza (Gianguzzi et al., 2000; Gianguzzi e La Mantia, 2004) – Fig. 10B.
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