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6. Discussioni e conclusioni

Lo studio della biodiversità bentonica condotto sui popolamenti fotofili
dell’infralitorale roccioso dell’arcipelago ha prodotto risultati che mettono in
evidenza la bassa eterogeneità ambientale dei popolamenti sia a scala di
arcipelago che a scala di isola.
Dal confronto fra le tre isole non emergono differenze significative
nell’organizzazione strutturale e nella ricchezza di specie e l’intero sistema “Isole
Egadi” appare omogeneo. L’analisi dei clusters effettuata sulla totalità dei campioni
ha mostrato che questi si separano spazialmente secondo la biogeografia
dell’arcipelago. Questo andamento è validato dall’analisi MDS e dall’AFC in cui si
evidenziano tre gruppi costituiti ognuno dai campioni provenienti da ciascuna delle
tre isole.
Diminuendo la scala di osservazione, la valutazione dei popolamenti
dell’infralitorale all’interno delle unità ambientali di ogni isola ha evidenziato
differenti modalità di distribuzione legate probabilmente a fattori locali come
l’esposizione all’idrodinamismo dominante: per esempio nell’AFC di Marettimo si
nota un’evidente distribuzione dei campioni secondo la biogeografia dell’isola.
Inoltre il peso delle specie uniche probabilmente determina la variabilità tra i siti
all’interno delle singole isole. Le differenze però sono di entità talmente ridotta da
essere poco, o per nulla, rilevanti all’aumentare della scala.
Per quanto riguarda le specie target presenti nell’arcipelago, il numero di 19 specie
può ritenersi un risultato soddisfacente, paragonabile a quello relativo ad altre aree
marine protette siciliane.
Inoltre il fatto che una specie non sia presente nei campioni non ne esclude la
presenza nel sito.
La distribuzione delle specie target a scala d’arcipelago non sembra tener conto di
un differente grado di protezione, i dati ottenuti infatti, rivelano che tali specie,
considerate di particolare interesse conservazionistico, sono frequenti ed
omogeneamente distribuite in tutto l’arcipelago, il che indurrebbe ad un migliore
approccio alla conservazione.
L’analisi dei dati mette anche in evidenza che il numero massimo di specie target è
stato censito a Levanzo e che Favignana presenta valori maggiori rispetto a quelli
riscontrati a Marettimo.

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