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Dai risultati preliminari ottenuti, è auspicabile l’introduzione di tale attrezzo dopo una ulteriore
            valutazione dello stesso nell’arco dell’intero anno, negli usi comuni delle marinerie ricadenti
            all’interno dell’AMP, permettendo così un migliore sfruttamento delle risorse presenti ed allo stesso
            tempo una maggiore tutela di queste ultime.
                L’utilizzo e la reintroduzione delle nasse nelle Isole Egadi, alla luce dei risultati ottenuti, non
            vede invece una buona possibilità di successo, in quanto tale attività di pesca non assicura delle rese
            tali da offrire un ritorno economico adeguato. Tuttavia questo attrezzo potrebbe avere un certo
            impiego, limitatamente ad imbarcazioni di discrete dimensioni, nelle attività di pescaturismo, che in
            questi ultimi anni nella riserva sono in forte ascesa.
                E’ stato inoltre condotto uno studio che ha avuto come obiettivo la qualificazione del prodotto
            ittico locale sia dal punto di vista nutrizionale che da quello igienico-sanitario. Nelle marinerie di
            Favignana e Marettimo è stata effettuata un’indagine sulle tipologie di pesca praticate     dalle
            imbarcazioni locali, al fine di individuare gli attrezzi più utilizzati e le specie più catturate. Le
            specie bersaglio, sulle quali sono state effettuate le analisi mirate alla qualificazione dei prodotti
            della pesca delle Isole Egadi, sono state scelte fra quelle dotate di maggiore valore commerciale e
            pescate con gli attrezzi più rappresentativi delle tradizioni locali.
                Agli operatori del settore pesca sono stati sottoposti questionari al fine di conoscere siti e tempi
            di pesca, attrezzi utilizzati, procedure di manipolazione, tecniche di conservazione, tempo di
            permanenza del pescato a bordo, tempi e modalità di trasferimento del prodotto, tipologie di
            commercializzazione del prodotto, ecc.
                Il campionamento delle specie bersaglio (Scorpaena porcus,  Scorpaena scrofa,  Palinurus
            elephas, Sepia officinalis) è stato effettuato nei mesi di giugno e luglio 2003. Su ogni campione è
            stata determinata la frazione lipidica totale, la distribuzione percentuale degli acidi grassi
            (trigliceridi, acidi grassi liberi, lipidi polari e steroli) ed il contenuto proteico. Sulla base dei risultati
            ottenuti dalle analisi nutrizionali effettuate sulle specie bersaglio pescate nelle marinerie e
            confrontando i dati con i valori riportati in letteratura per le stesse specie esaminate ma provenienti
            da zone differenti, si evidenzia come tutti i campioni analizzati, pur appartenendo a specie diverse,
            non mostrano valori differenti, sia per quanto riguarda il contenuto in acqua che per il contenuto
            proteico. Si tratta in ogni caso di proteine che, da un punto di vista nutrizionale, hanno un elevato
            valore biologico, per il loro alto grado di digeribilità e per la presenza di tutti gli amminoacidi
            essenziali. Per il loro contenuto in grassi le specie analizzate possono essere considerate magre,
            infatti tutti i valori ottenuti sono inferiori al 3%. Tutte le specie analizzate hanno mostrato un alto
            contenuto in acidi grassi polinsaturi ed in particolare per quelli della serie w-3 ed un basso
            contenuto in acidi grassi saturi, tranne che per S. officinalis.
                Dalle interviste dirette ai pescatori locali e dalle osservazioni allo sbarco del pescato presso le
            marinerie di Favignana e Marettimo risulta, evidente come la quasi totalità degli intervistati
            sconosca il Decreto Legislativo n.155/97 relativo all’applicazione dell’HACCP (Hazard Analysis
            and Critical Control Point) alla filiera pesca. Durante la ricerca è stato sviluppato un “Protocollo di
            processo e di qualificazione del prodotto”, indicante le procedure da seguire, secondo il D.Lgs.
            155/97, al fine di fornire alle imprese di pesca un prezioso supporto durante tutte le fasi di lavoro,
            dalla pesca fino alla vendita diretta, in maniera tale da operare nel pieno rispetto delle normative
            vigenti, garantendo un miglioramento della qualità del prodotto fornito ed una maggiore garanzia
            per il consumatore. Tale protocollo è stato utilizzato per effettuare degli incontri di formazione e
            divulgazione a livello locale, rivolti agli operatori del settore pesca delle marinerie di Favignana e
            Marettimo. Risulta di basilare importanza, infatti, la formazione, il dialogo ed il coinvolgimento
            diretto dei pescatori al fine di renderli consapevoli, responsabili del loro operato e quindi
            “protagonisti” ed artefici dei piani di attività per l’ottenimento di prodotti di elevata qualità e
            “sicurezza”.
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