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18/11/2020                                 Progetto Caulerpa cylindracea - Egadi :: AMP EGADI
           essere distinte in: introduzioni volontarie e introduzioni accidentali o involontarie. Per introduzione

           volontaria si intende l’introduzione deliberata di una specie, generalmente d’interesse
           commerciale (ad es. legata ad attività quali l’acquacoltura, la pesca, l’acquariofilia o la ricerca

           scientifica). Le introduzioni involontarie sono da ricondurre essenzialmente: alle acque di zavorra

           delle navi (ballast water), al fouling e all’apertura di canali artificiali, tra i quali ricordiamo in
           particolare il Canale di Suez (1869), che ha consentito l’ingresso in Mediterraneo a numerose

           specie aliene, definite “specie lessepsiane” dal nome dell’ingegnere Ferdinand Marie de
           Lesseps. Anche il global warming (riscaldamento globale), che si prevede faciliterà l’espansione

           verso nord di specie meridionali, potrà avere significativi effetti sulla introduzione e distribuzione

           di specie aliene.
           Non tutte le specie introdotte, tuttavia, sono capaci di adattarsi e sopravvivere alle condizioni

           ecologiche dell’habitat ricevente. Perchè una specie introdotta possa espandersi nel nuovo

           habitat, deve essere in grado di dare origine a popolazioni stabili. Quando stabilizzazione e
           dispersione di una specie aliena rappresentano una minaccia per le comunità autoctone dal

           punto di vista ecologico, economico e sanitario, la specie introdotta viene definita invasiva.

           Il successo di una specie aliena può dipendere da diversi fattori (Ribera & Boudouresque, 1995;
           Schaffelke et al., 2006), tra i quali ricordiamo: l’intensità del fenomeno (ad es. frequenza dei

           vettori), le caratteristiche abiotiche e biotiche dell’ambiente ricevente, le caratteristiche
           ecologiche e fisiologiche della specie introdotta (ad es. elevata capacità di dispersione,

           tollerabilità a condizioni ambientali estreme, variabilità genetica).

           L’introduzione di specie aliene in ecosistemi marini può avere pesanti conseguenze a livello
           ecologico. All’interno del nuovo ambiente, le specie introdotte possono: sostituirsi alle specie

           indigene (come le specie chiave o “keystone”) (Boudouresque & Verlaque, 2002; Nyberg, 2007),
           causare la diminuzione della biodiversità (diversità di specie) e la perdita dell’integrità genetica

           per interfecondazione con gli organismi nativi, alterare la struttura dell’habitat. Tra le circa 1000

           specie aliene presenti in Mediterraneo (Zenetos et al., 2012), alcune macroalghe invasive
           destano particolare preoccupazione in quanto capaci di modificare le caratteristiche fisiche e

           chimiche degli habitats invasi e di interferire con la biodiversità e con il funzionamento degli

           ecosistemi (Williams & Smith, 2007). Tra queste specie, hanno un peso importante le specie
           appartenenti al genere Caulerpa.


           Le Caulerpe invasive
           L’invasione di C. taxifolia e C. cylindracea, inclusa tra i “100 worst invaders” del Mediterraneo

           (Streftaris & Zenetos, 2006), ha certamente un significato particolare sia per l’estensione

           dell’area invasa che per gli effetti sulle comunità native. C. taxifolia è stata osservata per la
           prima volta nelle acque del Mediterraneo a pochi metri dall’acquario di Monaco nel 1984, da

           dove era stata accidentalmente rilasciata, mentre C. cylindracea è stata osservata per la prima

           volta in Mediterraneo lungo le coste della Libia nel 1990. Recentemente, è stata rinvenuta in
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