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2. i limiti di cattura impongono restrizioni sui quantitativi di pesce che
possono essere catturati. I TAC vengono fissati ogni anno per la maggior
parte degli stock e ogni due anni per le specie di acque profonde
3. le misure tecniche (taglie minime di sbarco, dimensione minima delle
maglie delle reti, limitazioni sulle catture accessorie ovvero catture di specie
indesiderate o specie non-bersaglio, obbligo di utilizzare attrezzature da
pesca più selettive per ridurre le catture accessorie indesiderate, ecc)
stabiliscono come e dove si può pescare. Possono servire ad esempio a
proteggere gli esemplari giovani (novellame), ad incoraggiare l'impiego di
attrezzature più selettive o a prevenire gravi danni all'ambiente marino
Un importante strumento, riconosciuto a livello mondiale e dalla stessa Unione
Europea, per perseguire una gestione sostenibile delle risorse marine è rappresentato
dalle Aree Marine Protette.
Esse oltre a contribuire alla conservazione della biodiversità e alla salvaguardia degli
ecosistemi incidono anche sulla conservazione degli stock di pesca. In tali aree infatti
si rileva un aumento degli stock ittici, nonché taglie maggiori delle varie specie
alieutiche, rispetto ad altre zone non protette (Reserve effect). Inoltre la forte densità
di pesce nelle AMP spinge esemplari adulti, giovani e larve a oltrepassare i confini
dell’AMP. Anche le uova dei pesci, spinte dalle correnti, superano i limiti delle AMP
(Border effect). Tutti questi fenomeni generano effetti positivi sulla pesca
commerciale.
In Italia sono state individuate cinquantuno aree marine di reperimento (Legge n.
979/1982 art. 31, L. n. 394/1991 art. 36 e successive modifiche) e istituite 27 Aree
Marine protette (L. n. 979/82, L. n. 394/1991 e successive modifiche), tra cui la
Riserva naturale marina Isole Egadi.
Il quadro di riferimento
La pesca nelle isole Egadi vanta una grande tradizione soprattutto per la pesca del tonno rosso
(mattanza) e per le famose tonnare di Favignana e Formica. La famiglia Florio, verso la fine
dell’ottocento, riuscì a sfruttare le enormi quantità di pescato proveniente dalle tonnare,
realizzando a Favignana la più grande industria conserviera, esistente all’epoca in Europa, per la
produzione del tonno sott’olio.
La mattanza nelle Egadi oggi è quasi del tutto scomparsa a causa della scarsità dei tonni che
invece vengono intercettati e catturati dai grandi pescherecci prima che questi si avvicinino alle
coste trapanesi. L’ultima mattanza effettuata a Favignana risale al 2007.
Tuttavia la pesca nelle Egadi costituisce ancora una delle principali fonti di risorsa economica per le
popolazioni locali. Essa è principalmente di tipo artigianale, costiera. Le imbarcazioni sono di
modeste dimensioni con attrezzi da pesca, molto selettivi e a basso impatto ambientale, che
vengono alternati, in base al periodo dell’anno, in funzione del tipo di pescato.
Le aziende che operano nel settore (si riportano di seguito le tabelle del capitolo “attività
produttive) sono in larga massima imprese individuali e, in alcuni casi, micro imprese come risulta
dal rapporto tra addetti e numero di imprese (di poco superiore a 1). Il numero sembra avere
subito un ridimensionamento rispetto al 2000. Forse questo ridimensionamento è da porre in
relazione all’aumento delle attività turistiche alle quali alcune delle barche potrebbero essersi
dedicate.
Analisi Ambientale del Distretto turistico delle Isole Egadi