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Generalmente si manifesta inoltre, di anno in anno, un incremento sensibile della
domanda, dovuto all’espansione dell’attività turistica e alla diffusione sempre più
capillare di apparecchi elettrici di vario genere (principalmente macchine per il
condizionamento degli ambienti). Non di rado, inoltre, il sistema così strutturato non
garantisce con puntualità la fornitura di energia elettrica nei periodi critici, creando
disservizi agli utenti privati e pubblici.
I fattori che rendono i costi di gestione elevati, ben più alti rispetto al continente, sono
molteplici. Oltre alla natura dei profili di carico, come già citato, è rilevante il costo per
la manutenzione di impianti non sempre in funzione e quello per l’approvvigionamento
di gasolio attraverso navi cisterna.
Il trasporto marittimo del combustibile presenta inoltre un’elevata pericolosità dal
punto di vista ambientale, connessa al rischio di incidenti per le navi, con conseguente
possibilità di disastri ambientali.
Per le ragioni sopracitate, il sistema energetico delle isole minori risulta essere
antieconomico e inefficiente, e rappresenta quindi un investimento non conveniente
che oggi si protrae solo grazie all’introduzione di un meccanismo di perequazione
(inevitabile per garantire il servizio alle popolazioni locali). Infatti, per evitare che gli
alti costi di produzione dell’energia elettrica gravino interamente ed esclusivamente
sugli utenti finali, esiste il sistema della “Cassa di conguaglio per il settore elettrico”,
che finanzia le imprese elettriche minori, come quelle presenti nelle isole. Questo
meccanismo, pur garantendo i diritti di equità sociale ai cittadini isolani, occulta le
pesanti inefficienze e non stimola le imprese a rimuoverle, poiché l’introduzione di
sistemi più innovativi non risulta motivata dal criterio del margine d’utile economico
che risulta assicurato in ogni caso per altra via.
Ogni kWh consumato nelle piccole isole riceve in media 0,31 euro di conguaglio, con
enormi differenze da isola a isola: dai circa 0,20-0,30 euro/kWh delle isole più grandi,
come Pantelleria, Capri o Lipari, agli incredibili 1,27 euro/kWh di Levanzo.
Ogni residente delle isole non servite dalla rete elettrica nazionale consuma quasi
4.700 kWh annui, contro i 1.100 kWh del medio utente domestico italiano, con una
spesa procapite di conguaglio di 1.440 euro all’anno.
Pur considerando che in alcune isole l’elettricità serve anche a dissalare l’acqua, e
senza dimenticare che nei mesi estivi la popolazione di queste isole si moltiplica
diverse volte, i consumi elettrici sono comunque altissimi.
Infatti, anche se l’elettricità prodotta sulle isole presenta costi elevati, grazie al
sistema dei conguagli diventa comunque la forma di energia più economica disponibile
e viene usata praticamente per tutto, compresi usi irrazionali come la cottura, il
riscaldamento domestico, la produzione di acqua calda.
Il tema del sistema energetico nelle isole minori, con tutte le sue peculiarità, si
inserisce nel più ampio quadro normativo di settore che detta inequivocabilmente, a
tutti i livelli (regionale, nazionale e comunitario), il percorso da seguire verso una
maggiore sostenibilità, un incremento dell’efficienza, del risparmio energetico e
dell’uso delle fonti rinnovabili, con l’obiettivo generale di contribuire alla riduzione
delle emissioni climalteranti e quindi al contenimento del riscaldamento globale.
Le isole Egadi, pertanto, debbono provvedere autonomamente ai propri bisogni
energetici con una produzione che avviene quasi esclusivamente ad opera di gruppi
termoelettrici, situati sulle singole isole.
Analisi Ambientale del Distretto turistico delle Isole Egadi