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4. DISCUSSIONE
4.1 Esempi applicativi considerati
4.1.1 Monitoraggio della biodiversità ed analisi degli impatti antropici
Considerata la marcata stagionalizzazione dei flussi che caratterizzano le pressioni antropiche che
ricadono all’interno del territorio dell’AMP, è importante tener conto della scala temporale sulla
quale questi agiscono e dell’entità dell’impatto che le attività antropiche possono avere sulle isole
dell’Arcipelago sia in termini di ricadute economiche sia dal punto di vista ambientale. Mediante
analisi di overlay (Figura 12) sono state individuate le aree maggiormente soggette ad impatti di
natura antropica (ancoraggio, pesca, balneazione, immersioni, etc.) ed in particolare nel caso delle
aree soggette ad impatti legati alla presenza di attività di pesca con tecniche distruttive, quali le
reti a strascico, si è intervenuti con l’installazione di dissuasori ancorati al fondale in grado di
minimizzare e in molti casi rimuovere tale genere di pressione. In corrispondenza dei suddetti siti
si è proceduto nel tempo alla realizzazione di attività di visual census mirate al monitoraggio della
fauna ittica con l’intento di valutare l’efficacia della strategia di mitigazione degli impatti
intrapresa dall’Ente gestore. Questo set di dati assieme alle carte bionomiche e batimorfologiche
dell’AMP è stato inserito nel geodatabase e potrà essere periodicamente aggiornato ed integrato
con l’inserimento di dati aggiuntivi relativi ad altre specie marine oggetto di attività di
monitoraggio da parte del personale AMP. È stata evidenziata, inoltre, la necessità di
implementare le informazioni disponibili ai fini della produzione della documentazione necessaria
affinché l’AMP possa essere riconosciuta come sito ASPIM dal Ministero dell’Ambiente.
Nell’ambito del Protocollo relativo alle Aree Specialmente Protette e la Biodiversità in
Mediterraneo, infatti, le aree ASPIM normalmente vengono individuate in corrispondenza delle
zone marine e costiere che si contraddistinguono per un elevato grado di biodiversità, per la
peculiarità degli habitat presenti, per la presenza di specie rare, minacciate o endemiche, o che
rivestono un interesse speciale dal punto di vista scientifico, estetico, culturale o educativo. La loro
definizione implica la costante promozione di iniziative di studio che contribuiscano a definire
procedure di monitoraggio volte all’accertamento dello stato di salute dei fondali, in particolare
verificando l’effettivo mantenimento di un elevato grado di biodiversità e intraprendendo
opportune pratiche di conservazione a tal proposito. Questa valutazione si ottiene attraverso la
compilazione di elenchi faunistici e floristici redatti per classi e gruppi di specie, mediante il
coinvolgimento di professionisti in grado di provvedere alle fasi di campionamento, raccolta e
successiva elaborazione dei dati.
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