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PIANO FORESTALE REGIONALE
2 Schede descrittive dei boschi da seme
Introduzione
A livello nazionale il D.Lgs. 18 maggio 2001, n.227, dopo la 269/73 ed il recepimento della direttiva CEE 105/1999,
prende in considerazione aspetti specifici riguardanti i materiali forestali di propagazione (MFP). Il Decreto legislativo
fa espliciti riferimenti agli impegni assunti anche dall’Italia in materia di biodiversità e sviluppo sostenibile, in partico-
lare all’articolo 9 è precisato che le regioni devono istituire il libro dei boschi da seme per il territorio di propria com-
petenza, in cui siano iscritti i boschi, gli arborei, gli alberi e le piantagioni di alberi da seme per la produzione di mate-
riale forestale di moltiplicazione per garantire l’approvvigionamento di seme e la conservazione della biodiversità.
Sempre il Decreto legislativo n.227, al fine di superare la temporanea difficoltà di approvvigionamento di materiale
forestale di propagazione originario del territorio regionale e nell’attesa di espletare le procedure di inserimento di
“boschi, arboreti o piante” nel LRBS, prevedeva che l’ente competente può autorizzare la raccolta di al di fuori dei bo-
schi da seme iscritti e rilasciare il certificato principale d’identità.
Il lavoro svolto ha avuto l'obiettivo principale di colmare questa lacuna e individuare Popolamenti o Boschi ove ef-
fettuare la raccolta di sementi per le principali specie arboree ed arbustive d'interesse nella vivaistica forestale, al fine
di consentire l’approvvigionamento di materiale di propagazione di questi taxa. L'individuazione e la caratterizzazione
dei popolamenti da seme sono state effettuate in accordo con le indicazioni riportate nel Decreto Legislativo del 10
novembre 2003, n. 386 "Attuazione della Direttiva 1999/105/CE relativa alla commercializzazione dei materiali fore-
stali di moltiplicazione"; pertanto i popolamenti individuati possono essere classificati come "Soprassuoli o Aree di
raccolta" e "Fonti di semi" ed il materiale forestale di propagazione da essi raccolto è commercializzabile come "Sele-
zionato".
Complessivamente le specie oggetto di questa indagine, come indicato nel progetto esecutivo e nell'implementa-
zione frutto di un accordo tra i due Dipartimenti, sono 50 (Tab.1).
Alcune precisazioni si rendono necessarie per l’olivo e le querce a foglia caduca.
Per quanto concerne l’Olea europaea L., nell’Allegato A della 386 viene indicata la varietà oleaster mentre la Re-
gione siciliana ha indicato la sottospecie sylvestris. Tenuto conte delle difficoltà di riconoscimento dei taxa sottospeci-
fici, si preferisce indicare genericamente le forme selvatiche di ulivo purchè il materiale di propagazione sia prelevato
da piante di notevole età.
Inoltre è sembrato necessario approfondire l’elenco delle specie quercine, dato che la Sicilia ospita un numero “a-
nomalo” di specie quercine, molte delle quali vanno considerate alla stregua di ecotipi differenziatisi a seguito
dell’isolamento e in seguito alla frammentazione delle formazioni forestali siciliane, avvenuta probabilmente già a par-
tire da 12.00 anni fa, quando i primi uomini si insediarono sull’isola.
Le specie attualmente presenti in Sicilia sono le seguenti:
Querce sempreverdi:
Quercus calliprinos Webb
Quercus ilex L.
Quercus suber L.
Gruppo di querce semidecidue del ciclo di Quercus pubescens Willd., la Quercus pubescent è as-
sente in Sicilia e sostituita dai seguenti taxa:
Quercus amplifolia Guss.
Quercus congesta C. Presl
Quercus virgiliana (Ten.) Ten.
REGIONE SICILIANA