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Codice Sito ITA010027 NATURA 2000 Data Form
Leccio (Pistacio lentisci-Querceto ilicis sigmetum). Fra gli aspetti di
degradazione delle succitate cenosi forestali, si rilevano varie espressioni di
gariga a Rosmarinus officinalis e ad Erica multiflora (Erico multiflorae-
Micromerietum fruticulosae), che ospitano diverse interessantissime entità
relitte - ed assenti in Sicilia - quali Daphne sericea e Thymelaea tartonraira
(GIANGUZZI et al., 2003). Fra le altre tipologie di vegetazione vanno altresì
citati gli aspetti rupicoli dell'alleanza Dianthion rupicolae, alquanto ricchi -
soprattutto a Marettimo - di endemiti o taxa rari, nonché le formazioni
alofitiche del Crithmo-Limonion.L'arcipelago delle Egadi ricade sulla piattaforma
continentale della Sicilia occidentale, rappresentando una propaggine della
catena montuosa settentrionale, della quale condivide la natura geologica,
segnalata dalla presenza di vasti depositi calcarenitici su gran parte dei
fondali che si estendono fra le Isole di Favignana e Levanzo. L'area della
piattaforma su cui insiste l'arcipelago è caratterizzata da forme erosive e
deposizionali, quali falesie sommerse, terrazzi d'abrasione, valli fluviali,
paleo spiagge e dune, che testimoniano le diverse fasi dell'ultimo ciclo di
variazione glacio-eustatica del livello marino. Nell'area è possibile, in base
alla batimetria, distinguere due settori di piattaforma: il primo comprende
l'isola di Favignana e l'isola di Levanzo, congiunte alla terraferma da una lieve
depressione; il secondo settore comprende soltanto l'isola di Marettimo,
distaccata da Favignana e Levanzo da un canale profondo 350 m, che ha mantenuto
Marettimo costantemente separata dalla terraferma sin dal Pliocene. Nei fondali
della piattaforma continentale dell'arcipelago sono presenti sabbie medio-fini,
con due componenti prevalenti: quella organogena, di derivazione conchigliare;
quella calcarea, che deriva dall'erosione degli affioramenti rocciosi. La
zonazione della vegetazione sommersa dell'intero arcipelago è funzione della
natura del substrato, dell'intenso idrodinamismo e della luce, fattori che
determinano un'elevata frammentarietà nei popolamenti fotofili e sciafili.A
Favignana e Levanzo i fondali dell'infralitorale sono tipicamente dominati dalla
alghe brune, fino a 10-12 metri di profondità, alle quali seguono dense praterie
di Posidonia oceanica. In queste due isole dell'arcipelago i popolamenti del
piano circalitorale sono rappresentati unicamente in alcuni siti del versante
meridionale di Favignana e nelle secche del largo. Da segnalare, in particolare,
la presenza di facies a Laminaria rodriguezi su substrato duro ed in presenza di
intense correnti di fondo, che occupano vaste zone dei fondali (tra -60 e -100 m)
del piano circalitorali di Levanzo. I fondali di Marettimo possiedono simili
caratteristiche nel piano infralitorale, ma sono costituiti anche da un ampio
piano circalitorale, fino al margine della platea continentale.Nei fondali
dell'arcipelago, il piano infralitorale superiore è caratterizzato da biocenosi
fotofile, caratterizzate da un'ampia cintura a Cystoseira amentacea var. stricta
e Cystoseira crinita, a volte vicariate da alghe tipiche di ambienti ben
illuminati, quali Cystoseira balearica, Padina pavonica ed Acetabularia
acetabulum. La distribuzione di Cystoseira amentacea var. stricta nelle Egadi è
continua sul substrato idoneo all'impianto. La specie è presente sempre con
coperture superiori al 60-80%, talvolta pari al 100%. A Marettimo, in ambienti
calmi, privi di sedimentazione, Cystoseira amentacea var. stricta può essere
vicariata da Cystoseira mediterranea o da Cystoseira elegans soprattutto.
Cystoseira amentacea var. stricta è accompagnata da brevi tratti di Cystoseira
zosteroides a Levanzo, e da Cystoseira ercegovicii a Favignana.Tra le emergenze
naturalistiche dell'area delle Isole Egadi vanno ricordate: il marciapiede a
vermeti, la fascia ad Astroides calycularis, le grotte sommerse ed i popolamenti
sciafili e le praterie di Posidonia oceanica. Il marciapiede a vermeti,
costruzione biogena dovuta al gasteropode sessile Dendropoma petraeum, si
presenta estremamente abbondante e con un ottimo livello di strutturazione sulla
fascia costiera delle tre isole dell'arcipelago. La fascia ad Astroides
calycularis, specie termofila di madreporario coloniale in regressione in molte
aree del Mediterraneo, riveste la prima frangia dell'infralitorale immediatamente
sotto il marciapiede a vermeti: estese colonie si trovano soprattutto lungo la
falesia sommersa della zona di riserva integrale e nelle grotte superficiali a
Marettimo. Sia Dendropoma petraeum che Astroides calycularis rientrano tra le
specie in pericolo o minacciate di estinzione per il Mediterraneo. Le grotte
superficiali e l'intenso carsismo sono l'aspetto paesaggistico più espressivo
della natura carbonatica dei substrati della fascia costiera delle Egadi.
All'elevato numero di antri e cunicoli delle coste corrisponde un carsismo
subacqueo ugualmente sviluppato. La bassa luminosità dei fondali a strapiombo in
molti casi favoriscono lo sviluppo di concrezionamenti sciafili e del
coralligeno. La rugosità dei calcari inoltre incrementa l'insediamento delle
larve meroplanctoniche e la formazione di rifugi occupati da una ricca fauna
endolitica. Le praterie di Posidonia oceanica, habitat prioritario, rappresentano
la biocenosi più importante in quanto sono particolarmente abbondanti e
distribuite in maniera piuttosto continua su tutti i fondali delle Isole Egadi,
soprattutto su quelli costituiti da sabbie medio-fini, che si sviluppano
scarsamente in profondità. Il limite superiore delle praterie è compreso tra -5/-
12 m a Favignana e -12/-15 m a Marettimo. Chiazze sparse, alternate a biocenosi
fotofile, sono frequenti sui fondali a substrato duro delle cale ridossate, anche
a basse profondità.Altra specie rilevante presente sui fondali delle isole Egadi
è Lithophyllum lichenoides. Tale specie di alga calcarea può formare vasti
concrezionamenti ("trottoirs"), attualmente in costante diminuzione in vari
settori del Mediterraneo, ospitanti particolari e ricche comunità faunistiche.
Stampato il : 20/10/2008 11/19