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metodo pratico per trasformare 10 certezza la speranza del cac-
ciatore pnmltiVO, che vive in uno stato di pass•vità nei confronti
della natura, non producendo alcunché, ecattura o raccoglie ciò
che gli seNe per la sussistenza.
Nel paleolìtìco, l'immagine riprodotta dell'animale seNe al-
l'uomo per acqwstare potere sull'oggetto. mentre nel neolitico,
cambiato Il sistema di vita, essa assume significatì simbolici: la
visione naturahshca s• schematìUa e assume forme convenziO-
nali che alludono a•·oggetto. Cosi quella che stj•sticamente
potrebbe conslderars• una nvoluZJOOe dell'arte. va invece nter-
pretata come una evoluziOne della SOCietà.
L'uomo ora v1ve organizzato •n una comun1tà e •n un luogo
fisso. coltiva i campi, alleva gli animali; da cacciatore parassita
della natura, ora diventa attivo pastore e contadino, lavora ed
amministra.
Le prahche magiche vengono sost1tu1te da nll e culti; sp1rìfi
benevoli e maligni regolano l'es•stenza, l'uomo sa di avere un
corpo mortale e un'aruma 1m111orta1e.
Il cacoatore del paleolitico doveva essere un buon osseNa·
tore e avere sensi acuti per notare differenze e somiglianze. per
ascoltare suon1, per cogliere •nd1zì. Il pastore o d contadino del
neolitico deve, Invece, adoperarsi per produrre 1mezzi dì suss~
stenza: la sua vis•one del mondo è statica, egli non ha bisogno
di osseNare attentamente, di rappresentare naturallsticamente
la realtà, basta indicarla per segni schematici o modelli conven·
zional1.
Cosi le pitture d• Levanzo non danno 1mmag1ni natural•st•che
d1 ammali ma forme schemaliche e sunbohche, fiQure che poco
o nu1ta hanno d• umano.
L'idolo en VIOion, presente nella Grotta del Genovese, testi·
monia una forma d• relig•osità comune a tutto 11 Mediterraneo:
rappresenta la Dea Materln forme tipologicamente sm•h aquelle
ntrovate nelle Cicladì, a Creta, In Tessaglla, a Tro1a e nella peni-
sola iberica, con l cui esemplari mostra evidenti riferimenti che
ci suggeriscono una datazione tra Il neo-eneolitico ela prima età
del bronzo.
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