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on la legge regionale 29 dicembre 2003, n. 21, art. 28, si è introdotta nell’ambito
Cdell’Amministrazione dei Beni Culturali della Regione Siciliana una importante no-
vità legislativa, l’istituzione della Soprintendenza del mare, che pone l’Isola all’avanguar-
dia nella politica della tutela, valorizzazione e fruizione della cultura.
La funzione delle Soprintendenze è prima di tutto quella di creare condizioni di sviluppo
sostenibile, in difesa di un territorio, quello siciliano, che è stato molto spesso fuori da una
logica vera di sviluppo. La Soprintendenza del mare, in particolare, proprio per la sua com-
petenza esclusiva, non solo crea maggiori opportunità di fare ricerca archeologica subac-
quea, ma esprime altresì una grande potenzialità: quella della costruzione di un percorso
che ha matrice culturale, ma che è al tempo stesso di tipo turistico.
Essa costituisce una ipotesi di sviluppo, anche sulla scia di un fatto eclatante, il ritrovamento
del Satiro, un fenomeno che ha rappresentato un ruolo importante nell’immaginario colletti-
vo nazionale ed europeo e che ha determinato, a livello mondiale, un grande evento culturale.
La realizzazione della Soprintendenza del mare è l’ultimo episodio di un percorso che pren-
de origine dal Gruppo d’Indagine Archeologica Subacquea Sicilia (G.I.A.S.S.), istituito nel
1999 su impulso di Sebastiano Tusa, e che passa attraverso il Servizio per il Coordinamento
delle Ricerche Archeologiche Sottomarine (S.C.R.A.S.) del Dipartimento dei Beni Cultura-
li ed Ambientali e dell’Educazione Permanente.
È proprio nell’ambito delle attività del G.I.A.S.S. che nasce il Progetto Egadi, studio pilota
che, partendo dall’idea di indagare sulla battaglia delle Egadi del 10 marzo del 241 a.C.
che determinò la svolta decisiva per l’egemonia romana sul Mediterraneo, mirava a reperi-
re dati per la costituzione del grande “Parco Archeologico Subacqueo delle Egadi”, vero e
proprio “museo marittimo” che si pone come elemento emblematico per l’intera realtà della
Sicilia occidentale.
Si presentano qui gli esiti della ricerca – pubblicata dalla Soprintendenza del mare – che
ha visto la sinergia di un gruppo di lavoro multidisciplinare dove, accanto all’archeologo
hanno lavorato subacquei dilettanti e professionisti, fotografi, videoperatori, disegnatori,
cartografi, ingegneri, architetti, fisici, oceanografi, economisti ed esperti di marketing dei
beni culturali.
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