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I due rostri in bronzo, portano a diciotto il numero di quelli recuperati
dei diciannove individuati in questi anni. I micidiali strumenti da guerra,
montati sulla prua delle navi per speronare le imbarcazioni nemiche,
rappresentano la prova evidente che i fondali di Levanzo, sono certamente il
teatro della battaglia navale che sancì la fine della Prima guerra punica, con
la vittoria della flotta romana su quella cartaginese. Fino ad oggi sono stati
rinvenuti sedici rostri romani e due cartaginesi.
«La scoperta di queste armi antiche, degli elmi con decorazione e dei
rostri – dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci –
arricchisce il nostro patrimonio di conoscenza sulla Battaglia delle Egadi. Un
momento che ha segnato la storia della civiltà mediterranea. Una storia
riscritta recentemente dal compianto assessore Sebastiano Tusa, cui è
stato dedicato un cuore di marmo nel museo sottomarino di Ustica. E’ a lui
che dedichiamo queste ultime scoperte, perché la sua geniale intuizione e la
sua perseveranza nelle ricerche hanno consentito oggi, alla Soprintendenza
del Mare e ai partner che hanno collaborato, di portare a termine
un’operazione scientifica che mette un ulteriore tassello nel mosaico dello
scontro tra Romani e Cartaginesi. Dobbiamo avere sempre più
consapevolezza del fatto che siamo una super-potenza mondiale
nell’archeologia marina. Un dato – conclude Musumeci – che caratterizza
l’identità della Sicilia e che dobbiamo valorizzare molto di più. Per questo il
governo regionale assicurerà maggiori risorse e investimenti».Sono stati,
inoltre, individuati e recuperati, sempre nello stesso areale, alla profondità di
ottanta metri, dai subacquei della Gue, due elmi del tipo montefortino di
pregiatissima fattura. I due reperti in bronzo presentano una particolare
decorazione con forma di animale nella parte sommitale, quindi sicuramente
appartenuti a graduati dell’esercito romano.
NEL MARE DELLE EGADI ELMI E
SPADE DELLA BATTAGLIA PUNICA
Recuperate anche due coppie di paragnatidi, protezioni laterali in
metallo applicate all’elmo, atte a proteggere il volto dei soldati. Questi due
elmi, assieme a un altro del tipo montefortino recuperato negli scorsi giorni,
si aggiungono ai ventidue già recuperati nelle campagne precedenti. Alcuni
di essi, già restaurati, sono in esposizione presso il Museo della “Battaglia
delle Egadi” a Favignana.