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IL GIORNALE DELLE EGADI - DICEMBRE 1998
FRAMMENTI PER LA STORIA DELL'ISOLA DI
MARETTIMO
di Gino Lipari
Ricostruire la storia dell'isola di Marettimo dall'origine Le isole divennero poco redditizie a causa dei frequenti
fino ai nostri giorni è cosa assai ardua. contagi di epidemie che colpivano quelle sparute presenze
Anche se già conosciamo alcuni elementi che ci umane che per conto del barone erano dedite alle attività
permettono di azzardare diverse ipotesi (ci riferiamo a economiche. Addirittura nel 1347 un'epidemia denominata
quei pochissimi ritrovamenti di manufatti archeologici "morte nera", diffusa da alcune galee genovesi provenienti
che l'isola finora ci ha restituito). Sappiamo che l'isola dal Levante, costrinse quei pochi abitanti ad abbandonare
era frequentata nel neolitico. Sappiamo che lo fu in le Isole ed a sospendere ogni attività.
periodo punico e romano per quanto ha raccontato
Polibio e per la emergenza archeologica in località Case
Romane.
Ma non sappiamo con esattezza quale attività
svolgessero queste antiche presenze su di un'isola posta
in mezzo al Mediterraneo e conosciuta dagli antichi
geografi. Marettimo quindi rimane ancora un'isola tutta
da scavare. Scarsa infatti è stata finora l'attenzione dello
Stato per una ricerca archeologica che ci darebbe la
possibilità di tracciare la storia antica di Marettimo.
I piccoli frammenti di questa storia, che faticosamente si
tenta di cucire, si devono all'intraprendenza di alcuni
giovani marettimari che hanno dato vita ad una
associazione. Associazione che in questi anni ha
contribuito a stimolare gli Enti pubblici per la
valorizzazione nel senso culturale dell'isola.
Aspettando che la Soprintendenza di Trapani si
compiaccia a dar inizio ad una massiccia campagna di
scavi archeologici a 360 gradi, ci limitiamo nel frattempo Marettimo: Case Romane
di tracciare alcune tappe della storia medievale e
moderna di Marettimo che è legata a quella delle altre In quel tempo la vicina città di Trapani venne evacuata e
isole dell'arcipelago. gli abitanti si rifugiarono sulle colline. Ma dopo le vicende
Nel secolo XVI Gio' Francesco Pugnatore, nella sua del Vespro, il feudo delle Egadi, doveva sfuggire dalle mani
"Historia di Trapani" descrivendo le isole Egadi e della famiglia degli Abbati che alleatesi con i Chiaramonti,
parlando di Marettimo dice (anche in riferimento a Plinio nell'ambito delle lotte baronali per il regno di Sicilia,
il Vecchio) che l'isola era denominata dai latini Sacra. ostacolò l'ascesa al trono di Sicilia dei re Maria e Martino.
Sacra perché in essa, come del resto nelle altre piccole La famiglia degli Abbati ebbe da questi due monarchi, nel
isole che sorgevano tra Marettimo e la Sardegna 1389, confiscato il feudo delle Egadi, che venne affidato ai
chiamate Are (e l'autore cita anche Virgilio), i Fenici vi giurati della città di Trapani con l'ordine reale di spendere
esercitavano i sacrifici in onore dei loro Dei. Poi queste la metà delle entrare derivanti dagli utili ricavati dalle isole
isole, a causa di un terremoto furono inghiottite dal per la custodia del castello della città.
mare . Così come Plinio anche il Pugnatore esalta poi le Ma se gli Abbati pagarono la loro imprudenza con
qualità naturalistiche dell'isola dove si produceva una l'espropriazione del feudo, Alaimo da Lentini, pagò invece
grande quantità di miele la cui abbondanza scorreva con la propria vita. Catturato a Messina con i suoi nipoti
come un fiume tra le rocce e poi si perdeva in mare. venne trasportato a Marettimo e all'interno di un sacco
A causa delle scarse possibilità di esplorazione, venne gettato al largo di punta Troia. Così le Egadi
contrariamente alle nostre attuali conoscenze, dice che ritornarono, anche se indirettamente, ancora una volta
l'isola era "senza alcuna acqua da bere fuori di un rivo sotto il possesso della famiglia degli Abbati.
che alla meridionale sua falda nel mare continuamente Infatti nel 1392, Allegranza, figlia di Nicolò Abbate sposa
trascorre e senza pur alcun ricetto di vascelli fuor d'uno Matteo Moncada che riceve dal re quale dono di nozze le
che alla detta acqua è vicino, ma tuttavia ancor mal isole Egadi. Ma per il fallimento poi di questo matrimonio le
commodo". isole ritornano nuovamente alla Regia Corte e sotto la
Tuttavia precisa: "E però si tiene che ella non fosse di gestione dei giurati di Trapani. Il 24 marzo del 1397, per
Cartaginesi abitata, benché nei susseguenti secoli vi disposizione reale, il feudo delle Egadi viene concesso ad
fosse fatto presso al mare et accanto al rivo dell'acqua Aloisio Carissima che lo mantiene fino al 1405, anno in cui
già mentovato un oratorio a S. Simone dedicato". lo stesso lo cede in dote alla figlia che sposa Benedetto
Il riferimento, a nostro avviso, è chiaro. Il Pugnatore si Rizzo. In tale occasione il re concede al signore delle Egadi
riferiva all'attuale chiesa esistente in località Case il titolo del marchesato.
romane che venne edificata dopo la cacciata dei Goti da Nelle isole iniziano i primi timidi tentativi di edificazione
parte di Bellisario nel periodo in cui la Sicilia orbitava edilizia.
nell'ambito dell'impero romano d'oriente. Ma la vita per quei sparuti abitanti cominciava a diventare
In quel tempo nella vicina Trapani cominciarono a molto difficile e pericolosa. Nel 1546 infatti sotto il regno di
stabilirsi alcune comunità greche ed assieme a queste Giovanni Ferdinando le isole vengono ancora evacuate
alcuni monaci dell'ordine di San Basilio sottoposti stavolta non per epidemie ma per la minaccia della guerra
all'Archimadrita della città di Messina. A Trapani, questi di corsa la cui attività ostacolava i traffici marittimi e vi era
religiosi, edificarono una prima chiesa sotto il titolo di il pericolo di essere catturati e come schiavi venduti in
Santa Sofia ed un loro monastero. Barberia.
I monaci fino al periodo arabo presero a frequentare, in La Corona di Spagna per fronteggiare la guerra contro i