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osservanza alla regola, le isole Egadi, allora disabitate,   Turchi e rendere più sicure sia le città demaniali che i
               per i loro esercizi di romitaggio.            traffici marittimi del Mediterraneo, rivisitò le difese murarie
               Ma le prime notizie documentate si hanno nel medioevo.   della città di Trapani e di conseguenza decise di dotare di
               Quando cioè Giordano, figlio del Conte Ruggero libera   guarnigioni reali le isole (che erano divenute covo dei più
               Trapani dalla dominazione araba (1076).       pericolosi pirati) quali avamposti verso il mare.
               In quel tempo le isole Egadi assieme ai diritti di pesca (e   Leggendarie furono le imprese del pirata Dragut le cui
               quindi le tonnare la cui decima veniva riservata alla   gesta rimasero, nel corso dei successivi secoli, nella
               istituenda Chiesa mazzarese) vennero dai Normanni, in   memoria della gente. Nelle famiglie trapanesi per fare
               cambio dei servigi resi, concesse in feudo alla nobile   spaventare i bambini e tenerli buoni si diceva: "accura,
               famiglia degli Abbati di Trapani capostipiti del Santo   accura, u Mammaddrau", (trasformazione popolare
               Alberto che è l'attuale Santo patrono della città.   derivante appunto dal pirata Mohamet Dragut).
               Iniziano le prime presenze umane legate ad attività   Marettimo era naturalmente luogo ideale per organizzare
               economiche volute dal signore delle Isole. A Favignana e   le imboscate soprattutto alle navi che transitavano al largo
               Formica la pesca del tonno.                   e fra le isole. Giovanni Ferdinando da Valois, marchese di
               A Levanzo si impianta una vigna mentre Marettimo, in   Pescara e Viceré di Sicilia, attirato dall'utile che si poteva
               considerazione della distanza e della vegetazione ivi   ricavare dalla pesca del tonno e da quella del corallo
               esistente, viene utilizzata quale fonte di sfruttamento   nonché dalla messa in coltura delle terre delle isole, per la
               energetico per la città demaniale.            somma di 4000 scudi, acquistò le isole per mano del
               Nel 1172 la baronia delle isole Egadi figura ancora sotto   Barone Riccio...
               la signoria di Benedetto Abbate lo stesso che assieme a
               Giovanni da Procida, Alaimo da Lentini, e Gualtiero da
               Galtagirone doveva diventare uno dei principali artefici
               della rivoluzione del Vespro siciliano.



                 MARETTIMO NATURA 5:                         E' come una bella e interessante storia che le due
                 UNO SCRIGNO BOTANICO                        studiose ricostruirono partendo dall'osservazione della
                                                             vegetazione rupestre di Marettimo, ricca di piante speciali,
                                                             endemiche, e di alcune del tutto assenti in Sicilia, ma
                                                             presenti sulle coste laziali e toscane...
               Tre fattori principali determinano l'ambiente vegetale,   Gli endemismi più tipici e interessanti di Marettimo vivono
               la flora e la fauna dell'Isola di Marettimo: 1. La totale   sulle rupi impervie e inaccessibili, dove gli animali e più
               montuosità, con altezze che sfiorano i m 700 e rocce   tardi l'uomo non potevano distruggerli.
               calcaree di tipo carsico depositatesi su uno zoccolo   Essi sono: Bupleurum dianthifolium, Scabiosa
               dolomitico.                                   limonifolia, Dianthus rupicula, Seseli Bocconi, Iberis
               2. Una relativa abbondanza d'acqua risorgiva, a   semperflorens.
               differenza delle altre due isole.             Le specie che non si trovano in Sicilia e che quindi
               3. La lunghissima condizione di insularità, che isola ben   provengono dall'antichissima colonizzazione pontica
               600.000 anni prima di Favignana e Levanzo ogni specie   sono: Brassica macrocarpa, Scilla
               vegetale e animale dall'habitat continentale.    Hughii, Daphneoleifolia, Erodium maritimum,Periploca
               Ciò produsse la conservazione di talune specie,   angustifolia, Glaucium corniculatum, Parietaria
               l'estinzione di altre, la specializzazione di altre ancora   cretica,Lagurus ovatus vestitus, Thymus serpyllum
               alle modificazioni del clima.                 nitidus, Statice minuta tenuicola, Satureja puticulosa
                                                             cymulosa, Senecio leucanthemifolius incrassatus...
                                                             Le rupi di Marettimo sono dunque un prezioso orto
                                                             botanico salvatosi soltanto grazie alla loro inaccessibilità.
                                                             Ma la flora dell'isola copre, oltre alle rocce verticali, coi
                                                             suoi 600 tipi di piante, ogni metro di superficie.
                                                             La gariga, cioè l'associazione vegetale più semplice, copre
                                                             la maggior parte dell'isola. Vi prevalgono Elichrysum
                                                             pendulum e Satureja fruticulosa, cui si uniscono
                                                             Rosmarinus officinalis, Euphorbia dendroides, e oltre i 100
                                                             metri, Erica multiflora, Cistus incanus, Ruta chalepensis.
                                                             Non appena il terreno si fa meno impervio e più fertile, alla
                                                             gariga succede la splendida macchia predominio del
                                                             Lentisco - che nel lato nord-occidentale dell'isola raggiunge
                                                             i 3-4 metri di altezza...
                                                             Una macchia più bassa copre i fianchi della montagna e ne
                                                             fanno parte, oltre alle specie suddette, il Senecio cineraria,
                                                             la Globularia alypum, la Ruta chalepensis....
                                                             Ai piedi di Pizzo Falcone ed in località "craparizza" esistono
                                                             ancora esemplari di Quercus ilex, resti dell'antica lecceta
                                                             che sicuramente ricopriva gran parte dell'Isola.
                                                             A sud-est e nel versante ovest si estendono alcune pinete
                                                             di Pino d'Aleppo che al tempo delle due studiose toscane
                                                             non erano state ancora impiantate.
                                                             Oggi sono delle bellissime zone boschive curate dalla
                                                             forestale. Presso la fonte "Pigna" sulla strada che porta al
               La storia naturale di Marettimo è quindi affascinante.    Castello di Punta Troia, esiste ancora una colonia originaria
               Già se ne accorsero i due massimi studiosi dell'Ottocento   di Pino d'Aleppo (Pinus Halepensis), che le nostre guide
               che si interessarono dell'Arcipelago delle Egadi:   indicano come residuo di una popolazione più ampia
               Gussone, che tra il 1832 e il 1834 scrisse una Florae   quando più umido era il clima.
               Siculae Synopsis, e Lojacono, che compose la sua Flora
               Sicula tra il 1888 e il 1908.                 Da "EGADI MARE e VITA" di Gin Racheli
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