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go SUPPLEMENTO MENSILE ILLUSTRATO DEL SECOLO

l. alle cose di Sicilia, non IMcia dubbio,'non sicuro ricovero: snll alla cittil· <IOI monte: die•le ripetute prove <lnrante l'assedio me-
solo sulla preesistenza. ùoi Sicani ai Si culi · la colse spt'O\'Vista. tl i dif~n:-;ori.la. do\'a.St.ò, m'H'abilo di Lilibuo tenuto 1lai n.o:nnul con
edaiGrecit)lta.~ei sipa..;;~:i la.pàrola-.su.l.. la sac.c~lC;t~iò . t'iSJlOU.n.~•lono i~ tempio g;·Hn,fe a.pp;u·a.to di l(n·zo' e con iiH.Iom iLa L'im(lOt'O d'Augusto non giunse in tempo,
l ' nutoctomsmo loro. Egh ' nal'ra. cho 1 St- : J>'.!l'•:he 1l cu lto d1 Vono1·e,eot nomo dtAStarte, Co:itanza, a malgt·ado ùi rovlicat.i rovesci adontad.ollabuona volontù. di questo impera-
cani, pt~imi abitatori dell'Isola, ctistm·bati, et·.l pnt• seguito dai Punici - o no t:Ostrinse navali.                                                 tol'e, ;, rrparare al danno arrecato in Sicilia
spaventati ne' pf.esi dapprima occupati, il p~pol~ a sccndorG al pian~ o ad "bit;>.re t'm quesLi è rimasto fl<moso quello'toc- dal_gov.erno ',"Vi<!o e spogliatore de' procon-
daUe troppo lrequenti commozioni etnee, Or·epano, d" lui tenuta con fot·tc presidio cato dal console P. Cl:utolio Pulcm, pt'O(H'iO soh, fr·a r quah prtmeggiò per tl'isto fllma Cajo
si ritirarono un secolo o duo prima della e c~n cui d'aiiOt''" in 11ni Eri~o confuse la nelle acqne ,li Uo•cr:ulO,I'annu 24~ a. C. - Verre. li d~cr~dimonto morale e materiale
pretesa caduta di Troia - nel contro e stor·i;> e lo sorti (~6'1-~lf) a. C.).                      Pubi i~ Ch•udio P11lcr·o, uno dei nuovi consoli dell'Isola e <Ielle suo già sptentlitle città
nell'occidente dell'Isola: scosta.ndO!>i «tna.nto Invano glt E1·icini tcntar·on<' in seguito a llor•a a..:;snnto, mandato coll gr·anLI.i ror·ze in era cominciato, c continuava irresistibile:
più potevano dal terribi le vulcano. Nel ter·- d i ridonaro al h>. Ctll<i. loro il por·duto splen- ~i uto nlle armi ronHine logor•a11tisi nel- fatale. Le vicende sempre più turbolenti
ritorio da essi abbandonato venner·o poi i dm·c: i mutati IO!ll(Ji 11011 li seeo11darono. l':tssedio di Liiibeo, pensò corno diver·sivo doli' Impero non consentirono ai successori
Siculi, immigrati un secolo appresso in Si · D;·••pano, specie pet· ilmo,·imento co11tinuo di tetJt~r·e un co lpo, che potesse dcci•lcre di_ Augusto di continuare l'opera ripara-
cilia daii'Apennino c-ontra le e ,Ial Lazio. dello ftotte dtll'atJto In guct·r·o, o per la sua i lilibetani a capitolare, pt'iv:uuJoii de' trtce da. questi iniziata. l mali si aggrava-
1Sica.ni, nella regione occidcnt.:.tle da e:;.; i posizione favor·evolo ai 1ratnci ne· m'unenti ~occor.si ch'essi spe1·avnno dalle vicine rono sempre più. Allo sfacelo del mondo
(•ccupata fondarono nuove citta dAlle quuii di ll:tC~, ripor·tò la vittoria sulh• città del città amiche. &Ji i mise ~;Il occh i su Ore- r-omano, quando contro Roma cominciarono
il nome è rimasto frn. i secoli, con\e lccaei monto.                                               pano e pensò di prcndel'la di sor·pr·esa, a commoversi le popolazioni piu o meno
(Carini), Macar~. ccralù, Euct'lpia, N~~su, Di ~rice non rimase pr··>~p::!I'O:So che il confidtutùo che Ader·bale, ammiraglio ca•·- barbar·e da essa tenute in freno, la Sicilia,
Jppon:\ (Aivona), Ma•:ella, Triocala, Scirtoa, tempio a Venere, al quale i Romani in· t~ginese lvi s tabilito, non si sareb_be tro- chE~ trovavasi sulla tor str,.da tra l'Africa
Omface ·o Camico, da cui venne Agrigento, fat ..ati dalla l eg~euJ11 <lr.•llo pl'etese lor-o . vato pronto a ih>. difesa.                               e Roma, ebbe a più riprese a subire gli
ed infine Erice che figliò Dr:Cpano suo porto origini troia ne- dreoll!ço il maggior· hrstr·o Persuaso di tener·e la vittoria in pugno, en'etti del passaggio di costoro, nelle sue
sul mare. Oli scrittori greci, non potendo possibile. pnichè iv i. ser.ou•.IO la lavola allor Clau~io Pulcr·o, quando gli parve ii mo- città marittime principalmente: e Drepano,
negare l'alta antichità superiore ad ogni lor·o cor·rente e spesa per· buon.tmnut•ta storica, mouto propizio, di nottetempo, fece im- uno de' porti slculi pi(l vicini alla. costa
nozione storica, di queste città e delle ul- aveva abitato e sa<:r.tic.tto alla llca degli ù~r·cal'e quanta gente potè su lle navi che aft'icana, fu dai Vandali più d'una volta
time particolarn1onte che hanno g1·an p:u·te amori il lo1·,> ipotetico progenitote, Enea.. e1·ano ormeggiate tla.vanti \l. Lilibeo, e le- occupata, saccheggiata, devastata. Nei b11ssi
nella storia e nella civiltà del reriodo g··eco· Diciassette (:1\lti. di Sicilia. fi'I.L le piil fe· Vale le anCOI'O costoggianc.lo verso ponente tempi, caduta come il resto della Sicilia
siculo, nè volendo togliere i merito délle deli ai Romani, fur<Jno costr·etlo a farne le giunse al mattino in vista del porto rat~ato sotto la centralizzazione bisantina di Si-
origini di queste città agli eroi della loro S(Je>e non lievi, se batliamo al numero stra- tli Drep;>.no. Il vento contrario sorto nella racusa, Drepano perdette l'antico glorroso
nazione, hanno affibbiata la collaborazione onlinar·io •Ielle sacer·ù·>tesse che vi er·ano notte aveva raHontata la velocità delle nome, che si trasformò e corruppe nell'al.·
del mitologico Dedalo, a Cocalo ed a Bu(a, addetto: secon<lo StJ"aiJoue più di mille, tutto navi. Anzichè giungere davanti al porto tuale, senza perdere però l'epiteto di l n'Oitla
re Sicani , secondo Diodoro, presunti fon- giovaui e leg:;iadre. L~> cer·imorlie e te lo- di Dt·e(>ano prima che ii sole sor·gesse, le che le è rimasto fra i secoli, prova del
dat.ori, l'uno di Camico, l'altro di Erice. ste che colebr·avansi lassù in quel gran tom- navi romtme vi arrivarono a giorno fatto. valore perseverante, tradizionale, de' suoi
Abbiamo insistito, sebbene rapidamente, pio. non er·<ulO d issimili da quelle che com- Srcchè Aderbate potè riconoscere in di- figli d'ogni età..
su queste notio~i che ad altri potranno pivan si negli altri .non meno famosi sa- stanza. la flotta nemica, richiamare i suoi a Da allora, essa perde ogni carattere di
sembrar-e oziose, perchè da El'ice - per il erari ,(~Ila diva. Oltre la immensa folla di raccolta, incitar!i alla difesa. lnlatti mili- autonomia e la sua storia si incorpora con
suo tempio celeberrimo a Venere - ema- (>OP<llo che vi accorr•eva, le C'iU.it. federate ta1·i e cittadini, ~t>.liti sulle navi cho erano quella generale della Sicilia della quale
nando uno dei primissimi raggi delll• ci- della Sicili:t dovevano mantlarvi le toro in porto, cb~or'O - come narraPolibio- or- segue le vicende e subisce senza notevoli
viltà nostra, ci premèva mostrare iuinter· l':lppresentanr.e civiche eotle insogne del c.line di seguire la na.ve capitana sulla. incidenti particolari te sorti; sempre all'u·
rotta, ed anteri9re ad ogn i altra in Europa, potere, Ilabari, i littori e gli aurei or•na- <l'tale er·asi imbn.rcato Adel'baie. E qu~sti nisono col rimanente della Sicilia, nei
la sequenza nelle tradizioni della civiltà menti, nonchè due centm·ie di legio11ar•i colt;\ sua nave usci per il prrmo d,>.l por'lo rr·emit.i frequenti contro la tirannide, nelle
italica.                                          preposte sem!Jro alla guardia del tempio. e lestamente faccn.io fare grande forzn dr lotte per la libertà. Così, vediamo la Tra-
                                                  Le grandi resta ,(eli;• Vener·e Ericina ce- remr vo~ò al rniosso dr quelle isolette e pani medioevale preparatrice di redenzione
-------~ -------                                  lebr·avansi in pr·imaver·a ed in autunno; du- rupr della C0$1re<'•' davantr a cui la flotta accogliere nella sua Rocca del Mal Con-
                                                  ravano o:;ni volta nove giorn i ed erano romana per· necessita di manovra avrebbe siglio Giovanni da Pr-ocida ed i baroni
T~ A                                              t;,~~0g~~~?u~rl:ù~"~o~~~~~7a~~~ s~~~~b~~ ~~; 1~~;;:,toe~as:;~~Ìir~.:' l~u~itr~!e{: ~~~~~r~i~          siciliani cospiratori contro t'Angioino; la
                 l      STECO l...l[                                                                                                                    vediamo partecipare con slancio al tre-

                                                  nulla avessero da in vi<liare a quelle che a lla sci oienarnento all' ammit·aglio cartagi- mendo moto cominciato col Vespro Paler-
                                                  Diva sot'l'i,tente dell'amore e della fecondità  nese.- Sonz.a sospetto, la !lotta r-omana            mitano; la vediamo accogliere per la prima,
l.\} ITo:< è cosa. facile, ora, dopo quaranta     celebravansi nei suoi templi piu famosi in       passò davanti a quegli scogli, a quelle              festante, Pietro d'Aragona, venuto con par-
          secolì, o qua,si, e dopo tante bufere l•lalia, a Pafo, ad Amatunta, nell' Isola di rupi, formanti la costiera di Erice o del- venza di liberatore, come erede dei diritti
          d'ogni sorta., rintt·accinr·e il filo delle Cipro, in Citera e nel tempio di POI'tu$ Ve- l' attual_e Monte San Giuliano, non ve- de' Normanni alla Sicilia. E nei tempi nostri
          vicende di Erice , l'alta città sacra 11e1·is, presso t'etrusca Lnni, ad· E•·cola no, dendo nè sospettando la presenza d31 ne· vediamo Trapani rodere il rreno della ti-
          a Venera, e di Dr-epano, che come cd in Ro11u>. stessa. li culto di Vonere è fr·a mico che dietr-o vi si teneva nascosto. rannide borbonica, .dando alla patria mar-
fida ancella. le si stendeva ai piedi, sulle i più antichi di cui s'abbia memoria in Si· Aderbate! allorchò vide l'armata romana tiri, esuli, prigionieri e soldati ; la vediamo
sponde.del glauco mare arricano.                  cilia, ove non fu pr·ccoduto che da quello m ternar>l· nel pot•to, dal quale avrebbe ·nel 1848, appena avuta notizia della rivo-
Tra un fatto e l'altro, facenti capolino per Cerare - la di m della feconditi• tar- avuto ben difficile uscita, diede ordine a llol luzione palermitana, Insorgere od atterrare
nella storia in quell'antichissima età, oorre restre, creazione essenzialmente siciliana, sue navi di muoversi sbarrando la ritirata le Insegne borboniche; ed ugualmente la
talvolta un salto di qualche secolo. Certo e che delia Sicilia, nell'alto Enna, secondo ai .Romani. La battaglia che ne segui fu delle vediamo nel 1860 issare ta bandiera tri-
EJ'ice fu ai suoi bei tempi prosperosa, e la il mito, fece la sua dimora predilc~ta. Dif- pur sanguinoso - Claudio Pulcro fu colore, disarmare la guarnigione, alla no·
ricchezUI. sua veniva dall'agro fertilissimo, fie ile sarebbe ora l'indagare come questo totalmente battuto. Secondo Polibio, per- tizia dell'arrivo di Garibaldi coi Mille li-
che le si stendeva intorno: dai fianchi ver- culto sia entr·ato in :;icilia: ma non è fuor dette novantatrè navi: secondo Diodoro beratori ed a mandare i suoi tigli, l suoi
deggianti del monte su cui posava, alla tlel ragionevole il supporre che vi sia sorto cen~diciassotte, con circa ventimila uo- picciolti, ad ingrossare le file de' combat-
piana, alla vallata da cui era circondata. spontaneo, parallelo a quello di Cerere : 11a· muu.                                                          tenti di Calatafimi, di Palermo, di Milazzo,
Ma la sua fama maggiore le venne dal rallelo a nche al culto che a llo stesso prm- Ma il momento della rivincita venne sotto il comando e la bandiera del duce
tempio a Venera, il più celebre della. Sici- cipio della fecondazione umana e della ma- anche per i Romani: e fu sotto il conso- bello, glol'ioso, immortale l
lia - che vi mandava continuamente doni ternilà. sorgeva appo gli altri popoli. - lato di Aulo Postumio o Catu lo Lutazio. -
_tributi e visitatori.                            Poicbè come gli Egizii incaJ'naN>no un si- Quest'ultimo, mandato in· Sicilia per con-                 •38!:•
  Erice adiva al mare dal porto di Drepano, mile prin.cipio nella toro lsido, i Fenici in          tinuarvi l'assedio di Lilibeo; potè lmpadro-
che della crescente fortuna della citt.'>. so- Astarte, i Persiani in Mitra, gli Assiri in         nil•si di sorpresa di Drepano, indi mante-           TRAPANI MODERNA
rella subiva il continuo benefico riflesso: Militta, ed i popoli del lontano Yamen in nendo i suor marinai in continuo esercizio,
attirando pei traffici colonie di quei mer- Alitta, cosi è ovvio l'ammettere che fra i potè affrontare presso ad Egusa- ora Fa-
catanti fenici, stabilitisi in varie città della  popoli primitivi delle isole Jonie e della vignana -la maggiore delle Egadi, la flotta
costa e che già. avevano importanti emporii       ::sicilia, sorgesse io quella primavera della. cartaginese, eh& sotto il comando di Annone                      Hl visitando Trapani - la graziosa
a Mozia, e Panormo, a Solunto, a Cefalu,          vita l'idea generatrice del mito geniale di moveva in soccorso di Li libeo e di Drepano.                        citta dell'estremo occidente di Si-
                                                  Venero che i poeti cantarono, nata nella La disfatta dei Cartaginesi fu lrrepaeabile                            cilia- vuoi riportarne la più forte
ed alla marina di Egesta.                         primavera del mondo e dalla spuma del e Cartagine ru costretta, questa volta, dopo                              e complessiva impressione goden-
Come tutte le città. sicane del tempo e                                                                                                                          done d'un tratto lo spettacolo ge-
delle regioni, Erice e Drepano si governa-        mare.                                            sedici anni di guerra continuata, a cedere           nerale nel suo migliore aspett{), scelga la
rono in Stato indipendente, lottante con-                                                          Lilibeo, Dl'epano, Erice, Panormo, ritirarne         via del mare. È davanti al suo mare for-
                                                                                                   le guarnigioni ed imbarcarle per I'Arrica.           _micolante nel fondo di vegetazione coralli·
tro i Siculi, quando questi, prima ancora         Senza ricorrere, come per molto tempo Sebbene Drepano non accogliesse con                             fora, ricchi~sim? di pescl,li!fipido e cristat-
dell'avvento dei Greci nell'Isola, dalla co-                                                                                                            lmo, come rl pru bello degb smeraldi : colle
sta orientate ove eransi stanziati, tenta·1ano    fu fatto, alla favola mitologica già ram- gr·ande trasporto la dominazione dei Ro-                    Egadi che si J?roftlano appena nell' oriz-
pi(r forti, numerosi e belligeri, quali erano     mentata - della falce caduta a Cerare in mani, questr, imbevuti di t utte te favole e                 zonte; colle piu vicine scogliere delle For.
di impadronh•si delle città e ter·ritorii sicani  mare, nel momento di staccarsi dalla Si- dei miti che i Greci a vevano sn.puto ar-                    miche, contro te quali il verde smeraldino
nell'occidente.            ·                      cilia per• correre in Arrica a rintracciarvi chitettare per spiegare le origini·e la storia           dell'acque si muta in flocchi di morbida e
                                                  la ftglia rapita - dalle premesse fln qui remota loro e degli altri popoli, tennero                   bianchissima spuma: è davanti a questa
Nel lungo periodo delle guorre coi Pu-            esposte si comprende che l'esistenza di preziosa la conq.,ista di quella città, che                   immensa, lnespl'imibile, eterna bellezza del
nici - comincia-to in Sicilia dai greco-si-                                                                                                             mare, cbe Trapani, dalle case biancheg-
culi, ben più di due secoli prima di Roma         Drepano - ora Trapani - risale ininter- aveva, secondo il mito, ricevuto il loro                      gianti, dalle to: rl aguzze, dalle cupole
- Erice si schiera costantemente contro i         rotta da oggi a parecchie generazioni prima progenitore Enea, ed accolto il cenere del                rigonfie, spiega le modeste e gentili sue
P unici, stando con Selinunte, con Agr·igen-      dell'assedio di Troia. Ne' suoi primi tempi di lui padre Anchise. Percib lu elevata al-               gr·azie, spiccando sul fondo verde scuro
to, con Siracusa: e questo è un fatto che         Drepano fu l'emporio ericino, alla cui pro- l'onoro di città consolare ed ebbe un reg-                del monte che le si erge a tergo: il monte
scompagina non poco le argomentazioni di          spoJ'ita contribuirono quelle colonie di mer- gimento municip(l)le con speciali privilegi.            di San Giuliano, l'antica Erice. ·
coloro, che vorTebbero dare a questa vetu-        catanti fonici stabiliti ne' varil porti della Questo non impedì che al manifestarsi                    Davanti al suo mare Trapani si prolunga
sta fr·a le città dell' antica Sican ia origini   costa occidentale sicula, e che avviavano in Sicilia della rivoli.~ sorvile, provocata                in una sottile penisola dalla estremità
                                                  e mantenevano i traffici fra l'Isola e la dalla durezza colla qu-ale i Romani tene-                   puntuta e ricurva in guisa da far pensare
fenicie; mentre è d'altra parte ben provato,      non lontana costa libica, ove a vevano le vano le masse (legli sehiavi e de' set•vi                   alla falce di Cerere: e sembra non mai
luminosamente assodato da numerosi fatti,                                                                                                               sazia di rispecchiarsi in quell'antico com-
che i Fenicl non vennero mai in Sicilia           loro città e i principali toro stabilimenti. adibiti a i lavori agr·icoti, Drepano, come              pagno dt tutt!' la $ua vita, in quel testi·
                                                                                                                                                        mone della sua gloria, de' suoi dolori.
come fondatori di città, ma come merca.-          Dalle guerre dei Cartaginesi, sia nel pe- varie altre. cittàl come un gran nuntet•o
tanti in citta già èsistenti e prosperoso: ed     r•iodo greco-siculo, sia nel periodo romano, di Sicilioti non facesse causa comune cogli
i Punici (Fenici di Cartaçine) vi vennero         a differenza di tante altro città dell'antica insorti. A Orepano alzò illaba~o della ribel-
                                                  Sicilia che no andarono lrremissibilmente lione Atenio od At.eniope, che ad imitazione
come invasori e distruttori d'ogni cosa, per      perdute, Drepano trasse largo profitto. La di altri capi del moto; quali Ennio e Tri-
l'antagonismo delle duo egemonie miranti
a soverchiarsi nel mondo d'allora: la Greco- fase ascendente della fortuna di Drepano tone, si proclamò re degli schiavi, radu-
sicula, virtualmente capitanata da Siracusa, si designa principalmente durante la prima nando intot·no a sè piil di diecimilr~ cpm-                     ~- ------

la Punica, rappresentata da Cartagine. guerra punica, alla. cat.astrofe di Er·ice. battenti. Tè ntò l'assedio di I:ilibco e non                         I L PORT O
  Questa linea di condotta, di carattere Amilcare Barca, ammiraglio e capitano dei rioscitogli di averequella impor•tante piazza
essenzialmente nazionale, a cui si inspit'Ò Cartaginesi, cui pr•emeva. di conservarsi forte si uni a Tri'fono che aveva occupato
Erice contro la semibarbarie dei Punici nel quel porto sicuro e ben difeso per ogni Triocala (forse Sant'Anna di Caltabellotta)
periodo greco-siculo , non fu dalla nobile eventualità della guerra. non la maltrattò, e vi si era fol'tiflcato, resistendo al console                  L porto, che si stende tutto davanti
                                                                                                                                                        alli' città, amplissimo sebbene in
città sicana abbandonata durante il primo come fece con alt-re città: la tenne come Lucinio Lucullo, clte, rimastòsconfitto presso                      molte parti di poco fondo. ne incorni·
conflitto tra Roma e Cartagine, dibatten- succursale a Lilibeo, la citta che nello svol- Scil'tea, dovette :abbandonare l'impresa.
tesi appunto nella regione occidentale del- gimento di quel grandioso conflitto fu, come Rimasto solo Atenione per la morte di                          eia bene il quadro sul quàte incombe
                                                                                                                                                        sempre la mole maestosa del monte
l' Isola - ove Cartagine s'era· maggior- suoi dirsi, la principale e vera base d'ope- Tr•ifone, percorse da vincitore l'Isola: tentò
mente rafforzata su quel gran giro di C()- r:tzione dei P unici in Sicilia. In questa cir· l'assalto di Messirna, e non riuscitogii do- San Giuliano. La sua imboccatura è com-
sta che da LUibeo va sino al golfo panor- costanza Drepano, fosse perchè gli antichi vette ritirarsi colle sue genti fra le roc- presa fra due scogliere, in una delle quali
mitano.                                           contatti te avevano generà.to vincoli di ciose vette delle Maùonie, ove sostenne è un forte detto del LazsaretU> e sull'altra
Amilcare Barca, profittando d'uno di quei Mnguo e d'interesse coi Fenici, fosse per nrii scontri colle truppe del console Marco il forte detto della Colombaia, sul quale
frequenti rovesci di fortuna che nella prrma il timore o per la gratitudine che ad un Aquilio, e mori ucciso dallo stesso Aquilio ergesi il bianco torrione del Faro. Questa
rase della guerra punica toccarono ai Qui' tempo Amilcare aveva saputo incuterte, e in un duello a cui i due condottieri si erano è l'antica !'elaide rammentata da Virgilio
riti, volle punire gli Ericini della toro ami- coll'esempio dato d'Erice, e coi benefici di sfidati. COII!L morte diAtenione finila grJerra e dat classrcr; ed è fama che in questo iso·
cizia per Roma: e da Drepano , del cui cui l'aveva colmata - mostrò apertamente servile iu Sicilia, noiJa qu:Lie Drepano prelle lotto si allevassero in grandissimo numero
porto l'armata cartaginese s'era fatto un te sue simpatie per la causa punica, e ne parte contro Roma.                                                  i colombi da consacrarsi al culto ed al
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