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Il Satira danzante

                                                                             Colto nel momento dell'estasi della danza
                                                                             orgiastica, il satiro ruotava sulla gamba
                                                                             destra impugnando i simboli del culto, nel-
                                                                             la sinistra il kantharos (calice per il vino)
                                                                             e nella destra la canna del tirso ornata
                                                                             da un nastro e coronata da una pigna,
                                                                             portava sulla spalla una pelle di pantera.
                                                                             L'abbandono del capo, la chioma fluente,
                                                                             le labbra socchiuse, la torsione del busto
                                                                             fanno pensare al delirio della danza vorti-
                                                                             cosa, sommata all'eccitazione del bere, in
                                                                             cLIÌ il danzatore andava in trance, fissando
                                                                             la pigna sul tirso e ruotando intorno a sé
                                                                             stesso fino alla perdita dei sensi. L'analisi
                                                                             stilistica della statua bronzea la fa attribui-
                                                                             re ad un'opera di ambiente greco databile
                                                                             sul finire del IV secolo a.C. ed attribuibile
                                                                             alla scuola di un grande artista,  Prassitele.














                 I due elmi corinzi
                              di Gela


                Gli elmi e una serie di lingotti di
              "oricalco'' sono tra i più importanti
               tesori esposti al Museo archeolo-
               gico regionale di Gela. recuperatl
              dalla Soprintendenza del Mare nel
              corso delle campagne di indagine
              che l1anno interessato. negli Liltimi
               anr1i. le acque davanti alla cittadi-
              na della provincia di Caltanissetta.

                                                              L 'antica rzaschetta in peltro
                                                              per il vino presentata da Tusa

                                                              al Vinitaly di Verona

                                                              Giaceva nelle acque del canale di Favignana, la "fiasca da pellegrino" in
                                                              peltro con un tappo a vite, alta poco più di 27 centimetri, probabilmen-
                                                              te usata dal capitano della nave. "Conobbi Sebastiano Tusa su un pon·
                                                              ti le galleggiante del porto piccolo di Siracusa diversi anni fa - racconta
                                                              l'assessore regionale all'Agricoltura Edy Bandiera. Lui, Soprintendente
                                                              del mare. io giovane presidente del consiglio comunale della città.
                                                              Trasudava di passione e cultura. messe insieme. Seguiva e curava lavori
                                                              in quel sito. Da li un rapporto umano  e una amicizia sana, cementata
                                                              dall'amore comune per il mare e per le bellezze della nostra terra.
                                                              Poi, ed è storia recente, il lavoro insieme nel Governo della Regione. Il
                                                              Vinitaly vissuto a stretto gomito, con l'intento, perfettamente riuscito, di
                                                              far comprendere agli osservatori di tutto il mondo, che la Sicilia è una,
                                                              ma anche tante. Fummo la regione più apprezzata. In cantiere, alcune
                                                              iniziative, ancora insieme. Le porteremo avanti. anche nel suo nome e
                                                              con la consapevolezza del grande dono che è stato, averlo conosciuto".



      40 ILOVE~~
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