Page 4 - Azzaro_etali_2000
P. 4

analisi paleosismologiche, hanno ipotizzato la presenza di strutture trascorrenti destre
considerate come il proseguimento in terra della zona di taglio N-S del Canale di
Sicilia. Monaco et al. (1996), invece, hanno associato gli eventi del 1968 a rotture
multiple lungo una rampa di thrust cieco sotto la sinclinale del Belice. Nel settore più
meridionale della ZS 77, lungo la costa, la sismicità è caratterizzata da lunghe
sequenze sismiche di bassa energia che interessano l’area di Sciacca (ZS 77c). La
presenza della suddetta zona di taglio N-S, sviluppata dalla zona di Sciacca fino alla
zona assiale del Canale di Sicilia, lungo cui si osserva un allineamento di edifici
vulcanici sottomarini attivi, sembra porsi come elemento tettonico privilegiato cui
poter riferire i terremoti dell’area. La sismicità registrata negli anni più recenti, che
presenta una distribuzione circa N-S nell’immediato offshore di Sciacca,
confermerebbe quest’ipotesi. Infine nel settore costiero “Egadi–Trapani–Mazara”,
attualmente inserito in area di background, la distribuzione della sismicità (terremoti
del 1979, 1981, 1995) suggerisce l’inserimento di una nuova zona sismogenetica (ZS
77d), individuata a largo della costa occidentale. In quest’area il fronte della Catena
Maghrebide (“Thrust belt delle Egadi”) appare frammentato da faglie trascorrenti
orientate NO-SE ad attività plio-pleistocenica che localmente (Marettimo-Favignana)
hanno interessato anche depositi tirreniani, testimoniando così il perdurare di
movimenti orizzontali anche in tempi recenti.

3 Sicilia nord-orientale
       La ZS 71 (Stretto di Messina) costituisce una delle aree a maggior potenziale

sismogenetico della regione. In essa è ubicato il terremoto del 1908 per il quale sono
state proposte sorgenti differenti ed è stata ipotizzata l’attivazione di sistemi
complessi o di faglie cieche (Ghisetti, 1992; Valensise e Pantosti, 1992; Monaco e
Tortorici, 1995). L’analisi dei modelli disponibili non ha fornito elementi sufficienti
per proporre modifiche alla zonazione esistente.

       Nel settore peloritano occidentale, la maggior parte dei terremoti sono
localizzati sul versante tirrenico della ZS 74, in particolare lungo l'allineamento Patti-
Vulcano-Salina (Antichi et al., 1998). Questa sismicità è associabile alle strutture
trascorrenti destre orientate NO-SE (es. terremoto di Patti del 1978, Barbano et al.,
1979) che costituiscono l'espressione più settentrionale della zona di taglio crostale
rappresentata dalla Linea Tindari-Giardini auct. (Fig. 1b, ZS 74a). L’apparente
mancanza di sismicità nel versante ionico, caratterizzato da minori evidenze
morfotettoniche, non esclude tuttavia che la "linea" non sia attiva lungo tutta la sua
estensione, e pertanto un gap sismico potrebbe essere presente nella parte
meridionale di essa. Di magnitudo più bassa ed ipocentri più superficiali, i terremoti
dell'area Novara di Sicilia-Raccuia (ZS 74c) sembrano associabili a strutture esterne
all'allineamento Patti-Isole Eolie. I terremoti di Naso (ZS 74b) potrebbero invece
essere associati a faglie normali NE-SO responsabili del sollevamento della Catena. I
pochi elementi di conoscenza sul ruolo giocato alle strutture Sud-Tirreniche (circa E-
O), presenti in mare e responsabili degli eventi del settore più occidentale delle Eolie,
non consentono di escludere che queste ultime potrebbero aver generato terremoti di
magnitudo elevata come quello del 1823 (MS = 5.9).

                                                                                                               4
   1   2   3   4   5   6   7   8