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IL RESTAURO DEL CASTELLO DI PUNTA TROIA DI MARETTIMO: RISULTATI 1
PRELIMINARI DELLE INDAGINI DIAGNOSTICHE 2
Fabrizio Antonelli*, Stefano Cancelliere*
*Laboratorio di Analisi dei Materiali Antichi (L.A.M.A.) - Dipartimento di Storia dell’Architettura
Università IUAV di Venezia
Materiali e metodi
Dovrebbe ormai essere prassi comune (ma non lo è!),
improntata al semplice buon senso e a elementari
valutazioni economiche a medio e lungo termine, fare
precedere da una adeguata indagine diagnostica
a supporto della successiva fase di intervento
(contemplando una voce specifica nel preventivo di
spesa generale) qualsiasi progetto di restauro moderno e
consapevole, relativo sia a importanti edifici per uso civile
sia, soprattutto, a edifici con riconosciuto valore storico-
artistico. Convinti che questo sia il solo modo per definire
correttamente le strategie di cantiere e assicurare una
maggiore riuscita e durevolezza al restauro del bene,
nell’ambito dei lavori in atto sul Castello di Punta Troia di
Marettimo (Fig. 1) sono state avviate indagini di laboratorio
volte, da un lato, a caratterizzare i materiali lapidei e litoidi
impiegati, dall’altro, utili a meglio definire le cause e i
meccanismi all’origine delle loro principali macro e micro-
morfologie del degrado. Vengono qui presentati i risultati
preliminari ottenuti su una prima limitata serie di campioni
prelevati dal monumento e indagati essenzialmente per
valutarne l’eventuale contenuto in sali solubili e il suo
impatto sul generale stato di conservazione dei materiali
lapidei e litoidi impiegati.
Seguendo un criterio di rappresentatività dettato dalla
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