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Il motivo principale risiedeva nel fatto che la zonazione sismogenetica ZS9 (Gruppo di
Lavoro MPS, 2004; fig.2), disegnata sulla base del modello sismotettonico di Meletti et
al. (2000) e delle evidenze tettoniche e sismologiche più recenti, si riferiva in gran
parte a quelle porzioni di terraferma per le quali queste evidenze erano più chiare e
consolidate. Si rendeva quindi necessario verificare in maggior dettaglio il potenziale
sismogenetico di riferimento per le aree comprendenti le isole in oggetto.

                  Figura 2. Zonazione sismogenetica ZS9 (Gruppo di Lavoro MPS, 2004).
Gli studi di pericolosità sismica pubblicati negli ultimi anni che forniscono risultati
paragonabili a quelli di MPS04, e cioè valori di amax su roccia o suolo rigido con
probabilità di superamento del 10% in 50 anni (e.g. Slejko et al., 1999; Albarello et
al., 2000; Romeo and Pugliese, 2000; Prestininzi et al., 2005), non citano l’utilizzo di
approcci ad hoc per la valutazione della pericolosità sismica delle isole in oggetto.
Tutte le elaborazioni citate utilizzano il modello di zonazione sismogenetica ZS4
(Meletti et al., 2000), che comprende una zona sorgente (ZS60; fig.2) estesa
parallelamente alla costa settentrionale del Gargano fino a raggiungere le isole
Tremiti; pertanto, la pericolosità sismica di tali isole veniva valutata insieme a quella
della vicina terraferma. Analogamente avveniva per Filicudi e Alicudi, localizzate
all’interno della ZS 74 (fig.3).

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