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Per quel che riguarda la Sardegna, alcune elaborazioni (e.g. Slejko et al., 1999)
hanno utilizzato una zona sorgente “di background” che ricopriva l’area tra la
Sardegna settentrionale e la Corsica meridionale, definita su basi sostanzialmente
sismologiche, per quanto poco rilevanti. Anche se definita come “background”, questa
zona è stata utilizzata in modo analogo alle altre ZS.
Figura 3. Zone sismogenetiche di ZS4 (Meletti et al., 2000) che includono le isole
Tremiti (ZS60, a sinistra), Filicudi e Alicudi (ZS74, a destra).
I valori di pericolosità sismica calcolati dagli studi citati per tutte le altre isole sono
determinati unicamente dal potenziale che caratterizza le ZS in terraferma.
I valori di pericolosità sismica forniti per le isole minori e la Sardegna dagli studi citati
sono riassunti in tab.1.
In generale non vi sono elevate differenze per la Sardegna, dove amax è pari circa a
0.050g, così come per l’arcipelago toscano, le isole Pontine, Egadi, Pelagie, Pantelleria
e Ustica.
Nel caso delle isole Tremiti i valori di amax proposti da Slejko et al. (1999) sono
decisamente superiori a quelli proposti dagli altri studi.
Per quanto riguarda le isole Eolie i valori di amax sono abbastanza omogenei, con le
eccezioni rappresentate dai valori proposti da Slejko et al. (1999) e Prestininzi et al.
(2005) per Alicudi e Filicudi.
Nei paragrafi seguenti vengono presentati i risultati in termini di amax con probabilità
di superamento del 10% in 50 anni proposti per le isole oggetto di indagine, suddivise
in tre blocchi:
a) isole per le quali i valori proposti da MPS04 vengono ritenuti validi (Arcipelago
toscano, isole Ponziane, isole Egadi, isole Tremiti);
b) isole per le quali è stata eseguita una valutazione ad hoc (Ustica, Alicudi, Filicudi,
Panarea, Stromboli: per le prime tre viene proposto un valore di default a scopo
cautelativo;
c) isole per le quali non è stata eseguita una valutazione ad hoc e viene proposto un
valore di default (Pantelleria, isole Pelagie, Sardegna).
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