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“Tufo  Conchigliare”.    Il  paesaggio  dell’isola  con  le  sue  caratteristiche  geologico-geomorfologiche,  le  cavità
               geometrizzate delle antiche cave e il costruito è riconosciuto essere un complesso e autentico “monumento” e
               un bene eccezionale (Regione Siciliana, Decreto 25 settembre 2003).

               La  Pietra  di  Favignana  appartiene  alla  stessa  Formazione  della  Pietra  di  Trapani,  affiorante  nella  Sicilia
               Occidentale sul litorale di Marsala e nella zona di Erice e Paceco, intensamente coltivata per l’edilizia storica
               trapanese. Rodolico (1953) ne sottolineò l’importanza nel costruito, definendole “pietre docili al ferro specie
               quando siano pregne d’acqua di cava”. Nella città di Trapani l’uso di cantoni di queste calcareniti fossilifere
               grossolane è diffuso fin dal Quattrocento: a causa dell’elevata porosità i conci furono spesso trattati con olio
               di lino per aumentarne la durabilità.

               La  roccia  di  Favignana  è  un  materiale  da  costruzione  che  ha  avuto  anche  uso  ornamentale  in  elementi
               architettonici finemente lavorati e che, nell’isola, in una varietà più fine, rappresenta ancora oggi materiale da
               scultura per pregevoli lavori di intaglio. Essa è un’importante pietra italiana e rientra tra le pietre storiche del
               bacino mediterraneo (Fiora & Alciati, 2005).

               La roccia del costruito favignanese testimonia il passaggio di tanti dominatori (Saraceni, Normanni, Angioini,
               Aragonesi  e  Genovesi):  la  calcarenite  è  stata  infatti  diffusamente  utilizzata  nelle  diverse  epoche  storiche,
               anche  con  accorgimenti  pratici  per  renderla  più  durevole  nell’ambiente  marino  permeato  di  sali:  sovente,
               infatti, i conci furono sottoposti a un trattamento protettivo a base di olio di tonno.

               L’attività  estrattiva  di  questa  pietra  fa  ormai  parte  integrante  del  paesaggio  favignanese.  Le  antiche  cave
               risultano essere “sculture a scala territoriale” (Regione Siciliana, Decreto 25 settembre 2003). Sovente esse
               sono  state  trasformate  in  orti,  frutteti  e  vigneti,  sì  che  la  coltura  agricola  appare  intimamente  connessa
               all’attività estrattiva.

               Al  fine  di  incrementare  l’attività  turistica  senza  intervenire  con  nuove  costruzioni  e  per  valorizzare  il  ricco
               patrimonio di conoscenze e tradizioni di questa pietra, la passata attività estrattiva è stata sfruttata per la
               costruzione di hotel.



               2. Inquadramento geologico della Pietra di Favignana
               Il  rilevamento  geologico  di  dettaglio  delle  isole  Egadi  e  in  particolare  quello  dell’isola  di  Favignana  fu
               effettuato attorno agli anni Cinquanta del Novecento dai rilevatori del Servizio Geologico d’Italia (Malatesta,
               1955). Lavori ottocenteschi segnalavano solo la presenza di questa roccia (Baldacci, 1886). Al 1919 risale la
               descrizione del suo contenuto fossilifero (Gemmellaro, 1919). La geologia è descritta in Catalano & D’Argenio
               (1982), le indagini paleogeografiche sono opera di Agnesi et al. (1993), il quadro tettonico è approfondito da
               Nigro  et  al.  (2000).  Il  settore  Eguseo  della  catena  montuosa  nord-occidentale  siciliana  comprende  le  isole
               Egadi  (le  principali  delle  quali  sono  Favignana,  Marettimo  e  Levanzo)  e  il  loro  off-shore:  su  un  substrato
               carbonatico e terrigeno di età mesozoico-terziaria poggiano in discordanza rocce plio-quaternarie. Favignana,
               in particolare, è caratterizzata da una dorsale mesozoica con andamento N-S (il Monte Santa Caterina, alto
               302 m, detto anche la “Montagna Grossa”), composta da calcari, calcari dolomitici, dolomie, marne e da due
               regioni pianeggianti ad E e ad W: in quello orientale affiorano le biocalcareniti, di età Pleistocene inferiore,
               presenti anche in parte in quello occidentale al di sopra dei calcari mesozoici, talora con intercalazione di livelli
               conglomeratici. Tre sistemi di faglie dislocano tutti i terreni.



               3. Riuso di siti estrattivi
               L’estrazione è ben evidente in tutta l’isola: soprattutto la parte orientale è ricchissima di siti estrattivi, piccoli e
               grandi,  che  appartengono  ormai  al  patrimonio  naturale  dell’isola;  geologia  e  coltivazione  della  pietra  sono
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