Page 3 - Gianfranco_Purpura_2021
P. 3

3


                                                          4
                Anche il cannone di bronzo di  Favignana , custodito nella Palazzina  Florio  e
            dichiarato proveniente da Lido Burrone, reca sigle che lo assegnano alla medesima
            epoca, ma resta ancora incerta l’esatta interpretazione di esse e se il pezzo si colleghi,
            come probabile, ad un relitto con altri cannoni sepolto sotto la sabbia a bassa
            profondità. Indagini nella zona con un  metal detector  sarebbero quanto mai
            opportune, visto che proprio  a  Favignana, l’8 aprile 1628  affondò all’ancora una
                                                                                          5
            seattia di sir Kenelm Digby, nel corso del suo viaggio piratesco nel Mediterraneo .
                Del rinvenimento di un nuovo relitto medioevale su segnalazione dei pescatori
            nell’arcipelago delle Egadi e dell’identificazione del sito di affondamento di una nave
            con cannoni di ferro a Marettimo avremo probabilmente modo di udire nella specifica
            comunicazione dedicata alle Egadi. Se si tien  conto che nel corso della guerra  di
            secessione messinese del 1674 – 78 la posizione di Favignana viene considerata in un
            documento spagnolo del ’77 “molto vantaggiosa per scoprire i vascelli che vengono
            dalla Francia e che vi si arridossano sovente” e che il 23 dicembre di quel terribile
            anno il vascello ospedale francese Le Comte, partito da Messina, colò a picco proprio
            a Marettimo per una falla ed un colpo di vento, si intuisce facilmente  la ricchezza dei
            giacimenti in quelle acque.
                Un vascello del XVIII-XIX sec. dal  quale provengono quattro cannoni in ferro
            (fig. 1) naufragò in località Pozzitello, Tre Fontane a bassa profondità. Per un curioso
            inconveniente  che afflige frequentemente i moderni recuperi di tale tipo di reperti
            nella Sicilia occidentale, due cannoni sono depositati a Baglio Anselmi ed altri due
            (fig. 2) a Selinunte (fig. 3). Dalla zona proviene una testa d’argano di un veliero e
            frammenti di lamina di rame, utilizzata per rivestire gli scafi. Un contenitore
            cilindrico pieno di  carbone, rimasto  in situ,  potrebbe essere stato una stufa o una
            cucina di bordo. Il 6  gennaio 1804 è documentato a Granitola il naufragio
            dell’imbarcazione della Marina britannica  Raven, armata di diciotto cannoni  e
                                                    6
            comandata dal capitano Spelman Swaine .
                Non è dato  conoscere né l’esatta provenienza, né la sorte di un  altro  cannone
            recuperato “nei pressi di Mazara” in seguito alla segnalazione di un turista tedesco e
                                                                             7
            trionfalmente fotografato nei  quotidiani locali nell’agosto dell’ ‘89 .
                All’ingresso del porticciolo di Triglia Scaletta, nei pressi di Marsala, sussiste un
            grande scafo foderato di rame insabbiato a bassa profondità, forse pertinente ad una
            imbarcazione di età moderna.
                In questo veloce periplo della Sicilia un cenno deve essere dedicato al primo di
            tutti i giacimenti medievali identificati in Sicilia, certamente uno dei più sfortunati:
            quello relativo ai resti di due imbarcazioni  naviganti in convoglio (qarib), affondate
            nel XII sec. a Marsala. Non solo sono stati ritrovati reperti interessanti, ma  anche
            rimasti  pressocchè ignorati. Anche del relitto di età normanna di S. Vito  si attende
            dopo numerose campagne, per quanto  mi consta,  la pubblicazione di un rapporto
            finale.



            4  Purpura, Nuovi   rinvenimenti   sottomarini   nella   Sicilia, cit., p. 180 n. cat. 117.

            5   Kenelm Digby, Viaggio piratesco nel  Mediterraneo. 1627  –  1629, a cura di  V.
            Gabrieli, Milano, 1972, ed. Longanesi, p. 73.

            6  B. Laird Clowes, The Royal Navy. A History, V, 1900, p. 549; Purpura, Nuovi
            rinvenimenti, cit., p. 183.

            7  Giornale di Sicilia, Cronaca di Trapani del 22 agosto 1989.
   1   2   3   4   5