Page 4 - Gianfranco_Purpura_2021
P. 4

4



                Tra i numerosi scafi medioevali e moderni segnalati nei dintorni dello Stagnone di
            Mozia, solo ad una stretta imbarcazione con uno sperone di ferro è toccata la sorte di
                                           8
            essere esaminata da E. Riccardi .
                Il  giacimento cinquecentesco di S. Vito, che dovrebbe essere collegato ad
            un’incursione barbaresca documentata nel 1526 e volta al saccheggio del Santuario,
            non mi risulta dopo la pubblicazione della notizia preliminare, che sia stato in alcun
            modo scientificamente indagato, nonostante si tratti di una vasta area profondamente
            insabbiata in prossimità della riva, che potrebbe ancora nascondere resti dell’antica
            preda. Ma forse atti di predazione più recenti sono stati già condotti a termine.
                Se il lungomare di Trapani sembra nascondere i resti di un’imbarcazione del
            XVIII  –  XIX sec. con numerose  vanghe di ferro e parti metalliche di mobilio, il
            lungomare di Palermo non v’è alcuna probabilità che restituisca, a causa dei detriti, i
            resti delle nove navi spagnole e olandesi affondate il 2 giugno 1676 nella battaglia di
                    9
            Palermo  (fig. 4).
                Restando nel trapanese, nei pressi di Castellammare è stato segnalato a bassa
            profondità uno scafo insabbiato ritenuto del 1400. E’ probabile che sia proprio questo
            il relitto dal quale proviene ceramica pisana del XV sec., ma a suo tempo falsamente
                                                                              10
            indicato ad alta profondità, forse per dirottarre altrove l’attenzione . Da documenti
            d’archivio risulta il naufragio di una nave appena salpata dal caricatore di Alcamo
            (Vallone) nel 1487 e stipata di duecentoottantotto salme di frumento.
                Dinnanzi alla spiaggia di Cinisi, nei pressi della località Pietra Vela, a circa
            cinque metri di profondità e a breve distanza dalla riva, si segnala uno scafo
            capovolto ed insabbiato con chiodatura in ottone, dunque uno scafo di età moderna.
                Ad Ustica invece, sulla secca Colombaia, affondò finendo ad alta profondità un
                               11
            vascello del XVIII  il cui timone foderato di rame (fig. 5) è oggi in una vasca del
            Museo Archeologico di Palermo. Uno scandaglio in piombo con graffito il numero
            quindici  e qualche altro reperto della  medesima  epoca provengono dalla scarpata
            occidentale della secca, legittimando il sospetto che in fondo vi sia proprio lo  scafo
            in questione.
                Su di un’altra secca, la Formica, nei pressi di Porticello, sono stati individuati e
                                                                       12
            segnalati tempestivamente i resti di un veliero dell’Ottocento  (fig. 6) con cannoni di

            8  Riccardi E., A ancient warship near Marsala, Sicily, Archaeology of ships of war
            and Excavating ships of war, I,  Oxford, 1994.

            9   Nella battaglia di Palermo  affondarono tre navi olandesi  (Steenbergen, da 68
            cannoni,  Vrijheid, da 50 cannoni,  Leyden, da 34  cannoni) e ben sei navi spagnole
            (l'ammiraglia da 64  cannoni,  la Nuestra Señora  del  Pilar,  il  vascello  San Felipe,
            da 44 cannoni,  il Sant'Antonio, da 46 cannoni,  il S.Carlo o Salvator delle Fiandre,
            da  48  cannoni,  oltre  a  due  galere).   I  loro  scafi  sono sicuramente sepolti
            profondamente da cumuli di fango  e  detriti dell'ultimo  conflitto  nello  specchio
            d'acqua  antistante  la Marina  di  Palermo, insieme  ad  innumerevoli  altri  reperti
            archeologici.

            10   Purpura, Rinvenimenti  sottomarini   nella Sicilia occidentale, Archeologia
            subacquea 3, Suppl.  nn.  37 - 38, 1986,  Bollettino d'Arte, p. 147, n. cat. 51.

            11   Purpura, Rinvenimenti  sottomarini   nella Sicilia occidentale, Archeologia
            subacquea 3, cit., p. 180 n. cat. 117.

            12  Purpura, Nuovi   rinvenimenti   sottomarini   nella   Sicilia, cit., p. 174 n. cat. 105.
   1   2   3   4   5