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Molte sono quindi le specie probabilmente presenti in queste isole
e troppo poche quelle che si conoscono.

      Le uniche fonti bibliografiche relativamente ricche di dati sono
quelle dovute a Cameron-Gatto per Malta e a Liebmann per Pantelleria
(cfr. bibliografia).

      Per quanto concerne tuttavia i dati forniti da Cameron-Gatto e
dagli antichi autori italiani (Calcara-Failla Tedaldi-Riggio-Ragusa-Vitale)
e di conseguenza quelli presenti nei cataloghi di Luigioni-Porta-Barajon
che ne riportano le annotazioni, non si può essere certi in assoluto della
loro esattezza, poichè sono incontrollabili e talora si riferiscono a specie
che non sono state più ritrovate.

      In tempi recenti inoltre, i criteri tassonomici sono totalmente mu-
tati, con la conseguenza che parecchi gruppi di specie sono stati rivolu-
zionati, assai più di quanto non sia accaduto per altri Coleotteri. Molte
forme sono state smembrate, sono aumentati i casi di sinonimia e nella
complessità dei nuovi problemi che ciò ha creato, è sorta la necessità di
un maggior rigore nelle attribuzioni geonemiche. Sta di fatto che il
numero sempre crescente di taxa conosciuti, anche all'interno di entità
che si riteneva di conoscere bene, dovuto in larga misura allo studio del-
l'organo copulatore, e la difficoltà di procedere alla revisione del copioso
materiale delle numerose collezioni museali e quindi ad una conoscenza
più serie della faunula mediterranea, anche dal punto di vista biogeo-
grafico, spingono a dare un valore relativo alle vecchie citazioni e a
concentrare l'attenzione su quelle aggiornate e sul materiale frutto di
raccolte recenti.

      A ciò si aggiunga che per molti gruppi di specie e soprattutto per
quanto riguarda gli Aleocbarinae, mancano valide revisioni con chiare
interpretazioni tassonomiche, premessa indispensabile per ogni studio
faunistico.

      In questo senso quindi sono estremamente utili e preziosi gli esem-
plari che mi sono stati inviati in studio e che sono stati raccolti nelle
isole circumsiciliane per conto dell'Istituto di Biologia Animale di Cata-
nia, diretto dal prof. M. La Greca e dai colleghi dr. Osella del Museo
Civico di Storia Naturale di Verona, diretto dal prof. S. Ruffo, e dr. Go-
denigo di Padova. A costoro ed ai singoli raccoglitori vada quindi il mio
più fervido ringraziamento.

      Prima di esaminare le singole forme, ritengo necessario, sulla base
di contributi preziosi e fondamentali contenuti in pubblicazioni di nume-
rosi illustri studiosi quali Baccetti, La Greca, Lanza, Sacchi, Zavattari,
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