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Reportage. Il 21 luglio è morto Gioacchino Cataldo, l’ottavo Raìs. Undici anni
            fa l’ultima mattanza. Ora l’isola si regge su ambiente, pesca sostenibile e
            turismo                                                                                         © Piero Papa






































                                   La barca dell'ultimo raìs Gioacchino Cataldo

                   E’  il  2007  l’anno  in  cui  la  secolare  tonnara  di  Favignana  recita  il  suo
            requiem.  L’ultima  mattanza  si  chiude  con  un  ricavato  di  poco  meno  di  cento
            tonni  che  vengono  venduti  in  massima  parte  fuori  dall’isola.  Una  targa
            all’interno  del  vecchio  stabilimento  riporta  la  pesca  e  la  lavorazione  di  10.159
            tonni  nel  1859.  L’antico  legame  di  quest’isola  con  la  pesca  del  pregiato
            sgombride è già evidente avvicinandosi al porto. I tre alti camini dell’impianto
            fanno da sfondo all’insenatura e il vuoto dei magazzini con le aperture a mare è
            riempito dal solo eco della risacca.


                   Quella  di  Favignana  è  stata  l’ultima  tonnara  attiva  delle  65  un  tempo
            presenti lungo la costa siciliana. La più grande del Mediterraneo, estesa per 34
            mila mq di superficie, e anche la più produttiva, con mattanze anche di 10 mila
            tonni per stagione. Acquistata e rinnovata dalla famiglia Florio nel 1874, questa
            struttura evidenzia la relazione della gente dell’isola per il tonno rosso Thunnus
            thynnus.  Uno  stabilimento  con  oltre  800  dipendenti  che  lavora  e  inscatola
            stagionalmente il tonno, ma anche il pesce azzurro proveniente dal nord Europa.
            Un’azienda all’avanguardia e tra le più innovative, in cui gli operai hanno diritti
            sindacali e un asilo nido interno per i propri figli. La sua più recente storia, fatta
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