Page 3 - EXTRATERRESTRE_2018
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si evita che diving e battelli turistici utilizzino l’ancora nelle baie più frequentate
            e con maggiore copertura di posidonia.

                   Ma  nell’economia  delle  isole  Egadi,  ormai  dipendente  dalle  attività
            ricettive e di servizio al turismo, trova ancora un suo spazio la piccola marineria
            locale, con circa 40 imbarcazioni. Il centinaio di addetti impegnati nella pesca
            sono  certamente  una  importante  categoria  di  cui  bisogna  tener  conto  per  la
            gestione della riserva ittica e per la loro valorizzazione come patrimonio sociale e
            culturale  dell’isola.  Daniela  Sammartano  potrebbe  rappresentare  un  anello  di
            congiunzione tra il passato e il presente di Favignana, in cui la pesca, il turismo e
            la tutela ambientale provano a convivere nello stesso mare. Laureata in scienze
            naturali,  Daniela  lavora  per  l’Amp  ed è  nipote  di  Gioacchino  Cataldo,  l’ultimo
            Rais  delle  Egadi  –  l’uomo  che  ha  guidato  la  tonnara  dal  1996  fino  alla  sua
            chiusura  nel  2007.  Con  una  soddisfazione  tutta  personale  racconta  di  un
            pescatore  che  di  recente  gli  aveva  confidato  di  sentirsi  più  protetto  dalla
            presenza della riserva marina. «Posso certamente dire che il rapporto dei nostri
            pescatori con il mare sta diventando più consapevole grazie alla collaborazione e
            coinvolgimento nei nostri progetti, in particolare il FishMPABlue2, dedicato alla
            pesca sostenibile e alla corretta a gestione degli stock ittici nei paesi comunitari»,
            aggiunge Daniela. In tutti i mari sono molte le specie pescate al massimo delle
            proprie capacità, e i pesci catturati sempre più giovani e di piccola taglia, spesso
            senza  che  abbiano  ancora  compiuto  il  loro  primo  ciclo  riproduttivo.  A  fronte
            dell’evidente calo di produttività del mare, la pesca è però diventata sempre più
            aggressiva e  meno  selettiva  verso  la  risorsa.  Nel  Mediterraneo  l’85%  di essa  è
            effettuata  su  piccola  scala  che,  con  circa  137.000  pescatori,  riesce  ancora  ad
            avere  un  importante  ruolo  socio  economico  per  le  comunità  costiere.  Un  loro
            coinvolgimento  in  metodologie  di  pesca  più  sostenibili  andrebbe  certamente
            verso una moderna gestione della risorsa, con l’obiettivo di un pescato costante e
            di  maggiore  qualità.  Il  progetto  FishMPABlue2  ha  individuato  11  aree  marine
            protette  tra  Spagna,  Francia,  Slovenia,  Croazia,  Grecia  e  Italia  in  cui  testare
            nuovi modelli di pesca da esportare in seguito alle marinerie del Mediterraneo.
            Giampiero Sammuri è il presidente di Federparchi, ente capofila che coordina
            tutte le attività collegate al FishMPABlue2, e crede intimamente in questo nuovo
            approccio  al  concetto  di  tutela:  «Le  Aree  marine  protette  costituiscono  un
            prototipo  per  la  pesca  sostenibile,  e  le  aree  protette  in  genere,  eccellenza  del
            nostro paese, sono il punto avanzato per la tutela della biodiversità e per ogni
            utile esperienza di sviluppo eco-compatibile».

                   CHI  SEGUE  I  PESCATORI  DELLE  EGADI in  questo  percorso  è  la
            biologa  Ilaria  Rinaudo:  «Nel  2017,  con  una  partecipazione  pressoché  totale,  i
            nostri  pescatori  hanno  svolto  oltre  30  uscite  per  il  censimento  di  cetacei  e
            tartarughe, che insieme ai normali avvistamenti comunicati durante l’attività di
            pesca,  tengono  aggiornato  un  database  sulla  distribuzione  della  fauna  marina
            dell’arcipelago. Cerchiamo di arrivare ad una esclusiva co-gestione della riserva
            con  i  pescatori,  che  sono  la  categoria  professionale  tradizionalmente  più
            importante  delle  nostre  isole».  Rosario,  tonnaroto  da  giovane  e  pescatore  da
            sempre,  si  ricorda  di  quando  ad  ogni  uscita  si  rientrava  con  un  pescato  che
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