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si evita che diving e battelli turistici utilizzino l’ancora nelle baie più frequentate
e con maggiore copertura di posidonia.
Ma nell’economia delle isole Egadi, ormai dipendente dalle attività
ricettive e di servizio al turismo, trova ancora un suo spazio la piccola marineria
locale, con circa 40 imbarcazioni. Il centinaio di addetti impegnati nella pesca
sono certamente una importante categoria di cui bisogna tener conto per la
gestione della riserva ittica e per la loro valorizzazione come patrimonio sociale e
culturale dell’isola. Daniela Sammartano potrebbe rappresentare un anello di
congiunzione tra il passato e il presente di Favignana, in cui la pesca, il turismo e
la tutela ambientale provano a convivere nello stesso mare. Laureata in scienze
naturali, Daniela lavora per l’Amp ed è nipote di Gioacchino Cataldo, l’ultimo
Rais delle Egadi – l’uomo che ha guidato la tonnara dal 1996 fino alla sua
chiusura nel 2007. Con una soddisfazione tutta personale racconta di un
pescatore che di recente gli aveva confidato di sentirsi più protetto dalla
presenza della riserva marina. «Posso certamente dire che il rapporto dei nostri
pescatori con il mare sta diventando più consapevole grazie alla collaborazione e
coinvolgimento nei nostri progetti, in particolare il FishMPABlue2, dedicato alla
pesca sostenibile e alla corretta a gestione degli stock ittici nei paesi comunitari»,
aggiunge Daniela. In tutti i mari sono molte le specie pescate al massimo delle
proprie capacità, e i pesci catturati sempre più giovani e di piccola taglia, spesso
senza che abbiano ancora compiuto il loro primo ciclo riproduttivo. A fronte
dell’evidente calo di produttività del mare, la pesca è però diventata sempre più
aggressiva e meno selettiva verso la risorsa. Nel Mediterraneo l’85% di essa è
effettuata su piccola scala che, con circa 137.000 pescatori, riesce ancora ad
avere un importante ruolo socio economico per le comunità costiere. Un loro
coinvolgimento in metodologie di pesca più sostenibili andrebbe certamente
verso una moderna gestione della risorsa, con l’obiettivo di un pescato costante e
di maggiore qualità. Il progetto FishMPABlue2 ha individuato 11 aree marine
protette tra Spagna, Francia, Slovenia, Croazia, Grecia e Italia in cui testare
nuovi modelli di pesca da esportare in seguito alle marinerie del Mediterraneo.
Giampiero Sammuri è il presidente di Federparchi, ente capofila che coordina
tutte le attività collegate al FishMPABlue2, e crede intimamente in questo nuovo
approccio al concetto di tutela: «Le Aree marine protette costituiscono un
prototipo per la pesca sostenibile, e le aree protette in genere, eccellenza del
nostro paese, sono il punto avanzato per la tutela della biodiversità e per ogni
utile esperienza di sviluppo eco-compatibile».
CHI SEGUE I PESCATORI DELLE EGADI in questo percorso è la
biologa Ilaria Rinaudo: «Nel 2017, con una partecipazione pressoché totale, i
nostri pescatori hanno svolto oltre 30 uscite per il censimento di cetacei e
tartarughe, che insieme ai normali avvistamenti comunicati durante l’attività di
pesca, tengono aggiornato un database sulla distribuzione della fauna marina
dell’arcipelago. Cerchiamo di arrivare ad una esclusiva co-gestione della riserva
con i pescatori, che sono la categoria professionale tradizionalmente più
importante delle nostre isole». Rosario, tonnaroto da giovane e pescatore da
sempre, si ricorda di quando ad ogni uscita si rientrava con un pescato che