Page 4 - EXTRATERRESTRE_2018
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permetteva  di  sostenere  tre  famiglie  e  che  copriva  le  spese  del  peschereccio.
            «Sono anni che il pesce è diminuito intorno a Favignana, e ci sono giorni in cui le
            reti rimangono vuote», mi dice con tono preoccupato. «Per molti anni in questo
            mare  non  c’è  stato  alcun  criterio  e  controllo  sulle  attività  di  pesca,  e  molte
            imbarcazioni,  per  aumentare  il  pescato,  hanno  utilizzato  reti  e  ami  fuori  da
            regolamenti e autorizzazioni».



                   Rosario  è  anche  uno  dei  pescatori  di  Favignana  che  affiancano  alla
            tradizionale  attività,  anche  quella  di  pesca  turismo.  Quasi  tutte  le  mattine
            d’estate  esce  in  mare  con  un  gruppo  di  turisti  con  cui  condivide  la  giornata
            lavorativa. Si salpano le reti, si seleziona il pescato, lo si cucina a bordo, e si trova
            anche  il  tempo  per  un  tuffo  nelle  baie  più  belle  dell’isola.  «A  volte  i  delfini
            seguono il peschereccio e catturano il pesce dalla rete, bucandola, prima che la
            riesca  a  salpare  a  bordo.  I  turisti  impazziscono  a  vederli  così  da  vicino.
            Nell’ultimo  decennio  si  osservano  sempre  più  di  frequente  sotto  costa:  forse
            perchè sono più tutelati, o forse perchè a largo non c’è pesce neanche per loro. E
            questo  sarebbe  davvero  triste»,  conclude  Rosario,  abbassando  gli  occhi  in
            direzione della cassetta del pescato di giornata.

                   È MATTINO QUANDO INCONTRO sul  molo  di Favignana Clemente
            Ventrone, uno degli ultimi tonnaroti dell’isola. Lo riconosco per la capigliatura
            lunga e chiara, che lo rende un inconfondibile uomo di mare e che, in tutte le
            vecchie foto della tonnara, si nota sempre a fianco del Rais. Il suo sguardo è fisso
            oltre l’insenatura del porto, in direzione di Punta San Leonardo, dove tonnaroti e
            tonni si davano appuntamento tra le reti della tonnara. Il vento di tramontana
            increspa appena le acque in quel braccio di mare, e scuote i capelli bianchi di
            Clemente. Porta sempre un ricordo ancora vivo – la voce del Rais, che in quel blu
            profondo,  saluta  il  sole  all’alba  della  prima  mattanza:  «A  livanti  s’affaccia  lu
            suli… aja mola, aja mola».

                   LA  NOTTE  DEL  21  LUGLIO si  è  spenta  la  luce  anche  su  Gioacchino
            Cataldo, il Rais della tonnara di Favignana fino al 2007, anno in cui si è svolta
            l’ultima  mattanza  dell’isola.  Pescatore  da  sempre  e  tonnaroto  nell’animo,
            Gioacchino  ha  sempre  rappresentato,  con  una  sensibilità  fuori  dal  comune,
            l’antica arte della tonnara – le sue storie, gli aneddoti e una profonda semplicità
            lo faranno ricordare come tra i più illustri uomini del suo mare. Chiunque sia
            stato a Favignana ha conosciuto o sentito parlare dell’ultimo Rais, l’ottavo della
            storia dell’isola, e dei suoi tonnaroti, testimoni viventi di un mondo che la nostra
            società ad economia globale ha colpevolmente messo da parte. Per la sua attività
            di  custode  e  divulgatore  delle  ultime  tradizioni  legate  alla  cultura  del  tonno  a
            Favignana, nel 2006 è stato inserito, con l’approvazione dell’Unesco, tra i Tesori
            Umani Viventi nel Registro delle eredità immateriali della Regione Sicilia.
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