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DISCUSSIONE                                                                                          29






        con la loro estinzione a livello globale. Si fa qui solo un cenno alle NPS  Puccinellia
        gussonei e Limonium peucetium assegnate alla categoria CR (PE), essendo endemi-
        che italiane, la conferma dell’estinzione sul territorio nazionale implicherebbe
        l’estinzione anche a livello globale.
        In questo contesto sono auspicabili azioni di conservazione rivolte alle specie en-
        demiche, sia in situ, sia ex situ, con l’intervento di orti botanici e banche del ger-
        moplasma (es. rete nazionale RIBES). Inoltre è allarmante il fatto che, a oltre 20
        anni dall’entrata in vigore della Direttiva Habitat, vi siano ancora numerose spe-
        cie ivi incluse per le quali non si dispone di sufficienti dati per la determinazione
        del loro stato di conservazione. Ulteriori sforzi in questa direzione, soprattutto
        nell’esplorazione del territorio, nella ricerca di eventuali minacce e nello studio
        dell’andamento delle popolazioni, sono da considerarsi urgenti (cfr. azioni di mo-
        nitoraggio specifiche per le entità della Dir. Habitat).
        Infine, anche lo stato di conservazione di licheni e briofite non appare ottimale, in
        quanto un elevato numero di PS risulta minacciato ed inoltre è stata evidenziata
        una mancanza di dati estremamente critica soprattutto per le briofite, per le quali
        nella maggioranza dei casi non è stato possibile effettuare un assessment. è quindi,
        in definitiva, sicuramente urgente colmare la lacuna conoscitiva e porre in essere
        misure di conservazione per le specie minacciate e gravemente minacciate.             Dianthus rupicola subsp.
                                                                                              lopadusanus è una entità
                                                                                              endemica della Sicilia, al
                                                                                              momento non minacciata
        4.3 Principali minacce                                                                (LC). Foto G. Domina.
        In Italia si è assistito negli ultimi decenni ad un utilizzo intenso e progressivo del territorio. La costru-
        zione di infrastrutture residenziali e per il trasporto ha avuto, e continua ad avere, come effetto princi-
        pale il consumo di suolo e rappresenta la maggiore causa di riduzione e frammentazione degli habitat.
        Il degrado e le modificazioni degli ecosistemi sono le minacce principali per le PS italiane, in analogia
        con quanto emerge sia a livello europeo (Bilz et al. 2011. IUCN 2013b) sia a livello globale per la biodi-
        versità in generale (Thuiller 2007). Inoltre, un impatto decisamente importante è dato dalle modalità
        con le quali le pratiche agro-pastorali vengono portate avanti: se da una parte le
        attività tradizionali vengono gradualmente abbandonate, innescando processi di
        riduzione degli habitat “altamente biodiversi” di origine secondaria, dall’altra lo
        sfruttamento intensivo del territorio (es. sovrappascolo), soprattutto in area me-
        diterranea, contribuisce a profonde modificazioni degli ecosistemi legate a danni
        meccanici, erosione del suolo e nitrificazione.
        Non trascurabile è poi la competizione esercitata da specie invasive, soprattut-
        to alloctone, le quali, forti di un’alta plasticità fenotipica e di strategie di capi-
        talizzazione delle risorse più efficienti (Dawson et al., 2012), si sostituiscono in
        molti casi alle specie locali, modificando intere comunità vegetali, come avve-
        nuto soprattutto in Pianura Padana. Come riportato nell’ultima versione della
        CBD  [http://biodiversity-l.iisd.org/category/issues/global-biodiversity-strategy-
        targets/], il problema delle specie esotiche invasive risulta il punto focale per la
        conservazione e uno degli “Strategic Goals” per il 2020 è la loro conoscenza e la
        loro gestione (Foggi et al. 2013). Si assiste, tuttavia, anche a casi in cui la minaccia
        è rappresentata da specie native, di norma più generaliste, che beneficiando di dise-
        quilibri degli ecosistemi in sofferenza (es. eutrofizzazione), raggiungono alti livelli
        di diffusione, andando a modificare le dinamiche naturali della vegetazione e impo-
        verendo la diversità vegetale nelle sue componenti più vulnerabili e di pregio.
        Infine, sebbene sia ancora difficile valutare gli effetti dei cambiamenti climatici, vi sono evidenze del   Endemico della Toscana,
                                                                                              Crocus etruscus è una
        loro impatto, soprattutto dovuto ad eventi estremi come onde di calore e siccità prolungate (Abeli et   specie quasi minacciata
                                                                                              (NT). Foto m. mannocci.
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