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32 LISTA ROSSA DELLA FLORA ITALIANA
Il primo contingente di specie della flora italiana qui valutate (un quinto circa di quelle ritenute più vul-
nerabili) ha mostrato uno stato di conservazione non soddisfacente, in quanto circa il 65% della flora
vascolare ricade in una categoria di minaccia, così come circa il 55% delle non vascolari. La percentuale
delle sole PS minacciate è invece circa del 45% su base nazionale, così come accade a livello europeo (Bilz
et al. 2011; IUCN 2013b). Questo risultato, oltre ad evidenziare la necessità di un attento monitoraggio,
rimarca anche l’urgenza della messa in atto di politiche di conservazione in ed ex situ più efficaci di quelle
attualmente attive. La sola conservazione in situ (come l’istituzione di aree protette) risulta insufficiente
per garantire, almeno in molti casi, un buon livello di conservazione (Marrero-Gómez et al. 2003). In
molti casi, infatti, all’interno delle stesse aree protette manca un’attenta gestione
dei flussi turistici e del loro impatto e il controllo del corretto comportamento
dei visitatori da parte delle autorità preposte. Inoltre, è previsto che l’effetto dei
cambiamenti climatici porterà nel lungo periodo a migrazioni di specie e habitat,
nonché a estinzioni almeno locali, pertanto i confini delle aree protette potrebbe-
ro non rispecchiare più la distribuzione delle specie. Di conseguenza andrebbero
previsti sia interventi di protezione a livello normativo, come la realizzazione di
una legge nazionale che protegga la flora spontanea, sia azioni concrete di salva-
guardia, come raccolta e conservazione del germoplasma (Rossi et al. 2012c), con-
servazione delle specie in orti botanici e propagazione delle specie più a rischio,
finalizzata ad interventi mirati di rafforzamento o reintroduzione in natura (Rossi
et al. 2013; Cogoni et al. 2013).
Questo volume è da ritenersi il primo passo verso la redazione di una Lista Rossa
Nazionale che valuti almeno gli oltre 1.500 taxa considerati più vulnerabili, non
ancora valutati secondo la metodologia IUCN e, in futuro, tutte le oltre 7.000
specie della flora vascolare Italiana. Questo grosso sforzo andrebbe compiuto nei
prossimi 1-2 anni, in modo da ottenere dati confrontabili con quelli del presente
lavoro ed eventualmente aggiornato dopo 10-15 anni, come previsto dagli stan-
dard IUCN. Le informazioni aquisite in questo studio inoltre, potranno fornire
un’utile base per il monitoraggio periodico dello stato di conservazione e l’even-
Romulea insularis è un tuale intervento gestionale per riportare le condizioni necessarie alla sopravvivenza delle specie.
endemismo dell’Isola Infine, mentre nel presente lavoro lo status di conservazione delle specie viene considerato a livello na-
di Capraia gravemente
minacciato (CR). zionale, ovvero a livello amministrativo italiano, si accenna qui ad una possibilità che andrebbe quanto-
Foto L. Peruzzi. meno presa in considerazione in casi particolari (es. le Alpi) e cioè un approccio biogeografico alle liste
rosse. Molte delle specie non endemiche ricadono infatti anche nei territori di altri Paesi confinanti, con
popolazioni contigue o addirittura continue. In questi casi una valutazione a livello amministrativo po-
trebbe restituire risultati fuorvianti e influire negativamente sulle politiche gestionali (Gentili et al. 2010).
L’approccio biogeografico consiste nel valutare le specie nell’intera area biogeografica di appartenenza
(es. Alpi, bacino del Mediterraneo, ecc.), indipendentemente dalla regione amministrativa (Abeli et al.
2009). In questa direzione forse si sta muovendo anche la IUCN, seppure con prudenza, come dimostra la
redazione della lista rossa delle specie acquatiche del Mediterraneo. Considerando che collaborazioni di
questa natura all’interno dell’Unione Europea sono sicuramente di facile realizzazione, si potrebbero otti-
mizzare in molti casi gli sforzi gestionali e le risorse tra diversi paesi. Un ulteriore motivo per considerare
tale approccio è la grande conoscenza in ambito ecoregionale presente in Italia (Blasi e Frondoni 2011).