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te delle tavole del Cupani rappresenta la prima citazione bibliografica certa per
                  la Sicilia.
                    Tra marzo e settembre 1859, il noto lepidotterologo M. Bellier de la Chavi-
                  gnerie effettuò delle cospicue raccolte in Sicilia (Bellier de la Chavignerie, 1860);
                  tra gli insetti riportati in Francia vi erano anche alcuni Ortotteri, che furono
                  identificati da L. Brisout de Barneville. Purtroppo gli esemplari non arrivaro-
                  no tutti in Francia; infatti, Bellier de la Chavignerie (1860) scriveva che du-
                  rante un'escursione nelle Madonie aveva raccolto alcune migliaia di esemplari
                  di Ortotteri e Coleotteri di grossa taglia, che, a causa del caldo e della fermen-
                  tazione, fu costretto a buttare.
                     La maggioranza degli Ortotteri è tuttavia entrata ufficialmente nella lista
                  delle specie presenti in Sicilia solo alla fine del 1800, quando G. Riggio, F.
                  Pajno e H. Krauss pubblicarono i loro contributi sugli Ortotteri di Sicilia
                  (Riggio,  1886-1891; Riggio  e  Pajno,  1886-1887; Krauss,  1887; Pajno,
                  1888).
                     Dopo un vuoto di circa 40 anni, il tedesco W  Ramme visitò ancora la Si-
                  cilia, trovandovi diverse specie inedite (Ramme, 1927), in buona parte stu-
                  diate da lui stesso, tranne qualche taxa, come  Ochrilidia sicula descritta da
                  Salfi (1931) sugli esemplari raccolti dall' ortotterologo tedesco. Ramme vi-
                  sitò numerose località in cui non era stata effettuata alcuna ricerca entomo-
                  logica in precedenza, trovando siti ricchissimi di Ortotteri, come Colle San
                  Rizzo nei Peloritani sopra Messina, che definì "Orthopteren paradisie". Ho
                  avuto modo di esaminare il materiale di Ramme, al Museo di Storia Natu-
                  rale di Berlino, e dopo oltre ottant'anni, è tuttora un importante riferimen-
                  to per l' ortotterologia italiana.
                     La Sicilia è stata oggetto d'interesse ortotterologico ancora tra gli anni , 40 e
                  '50; dagli scritti di Galvagni (1948) e Baccetti (1959) emerge in modo abba-
                  stanza chiaro quanto ancora si dovesse scoprire sulla distribuzione delle specie
                  nella maggiore isola del Mediterraneo.
                     Si è quindi passati ad una fase di profonda ricerca ed esplorazione ortotte-
                  rologica, quando Marcello La Greca negli anni '60 si trasferl all'Università di

                  Catania; a Lui ed ai Suoi Allievi dobbiamo diverse revisioni di generi o di
                  gruppi di specie, che hanno contribuito notevolmente alla conoscenza sia del-

                  la distribuzione sia della posizione sistematica di un gran numero di specie
                  siciliane. Nel complesso essi hanno descritto nove taxa di Ortotteri siciliani.
                  I loro riferimenti bibliografici sono citati nella lista commentata delle specie,
                  caso per caso. Il cospicuo materiale ortotterologiç;o messo insieme da La Gre-
                  ca in circa 60 anni di ricerche è oggi conservato·nd Museo Civico di Storia
                  Naturale di Milano.                                       ·

                     Nonostante l'apparente buona esplorazione dell'isola, come si vedrà in se-
                  guito, ancora recentissimamente sono state rinvenute specie inedite di notevo-



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