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Salfì (1960) riportava P. tunetanus? sia a Lampedusa sia nell'isola di Linosa,
          ma Massa et al.  (1994) hanno sospettato che la citazione relativa a Linosa de-
          ve essere stata originata da un'errata cartellina tura e che la specie deve ritener-

          si endemica di Lampedusa. Devo sottolineare che, pur avendo frequentato e
          condotto ricerche intensive sia a Lampedusa sia a Linosa, ho rinvenuto questa
          specie molto frequentemente a Lampedusa, ma non ho mai trovato alcuna trac-
          cia nell'isola di Linosa. Lampedusa, di natura calcarea, appartiene alla piatta-
          forma continentale africana ed è stata collegata alla Tunisia fino a c. 18.000 an-
          ni fa. Sembra ovvio, che essendo Linosa di origine vulcanica, potrebbe avere
          ricevuto un popolamento di una specie caratterizzata da evidenti affinità con
          congeneri maghrebini, solo per importazione.
             Il genere Pamphagus generalmente sverna al primo stadio di ninfa, tuttavia al-
          cune specie, tra cui P.ortolaniae, possono svernare anche allo stadio adulto, che
          quindi raggiungono prima dell'inverno (Massa e Lo Verde, 1992). A Lampedu-
          sa sono stati rinvenuti esemplari adulti in quasi tutti i mesi dell'anno, neanidi e
          ninfe sono state raccolte in tutti i mesi, tranne che in luglio. Landamento delle
          generazioni è molto sfalsato, tanto che sia le neanidi che gli adulti raggiungono i
          mesi invernali, mantenendo una minima attività nelle giornate più calde. Gli
          adulti svernanti si riproducono nella primavera precoce, fatto che spiega la pre-
          senza di neanidi tardo-primaverili-estive; neanidi e ninfe svernanti divengono
          adulti in primavera, riproducendosi nella tarda primavera e permettendo così la
          presenza di neanidi e ninfe nella tarda estate ed in autunno-inverno. Ciò consente
          a questa specie non solo una presenza temporale nel corso dell'anno quasi co-
          stante, ma anche la possibilità di raggiungere densità da ritenersi eccezionali per
          il genere cui appartiene (Massa e Lo Verde, 1992; Baccetti et al., 1995).


             Acinipe calabra (O.G. Costa, 1828) (Tav. 4)
             Sicilia (Bellier de la Chavignerie, 1860, sub Porthetis simillima); Castelve-
          trano, Palermo (Riggio e Pajno, 1886-87 sub Pamphagus hespericus: cfr. Riggio,
          1887b); Siracusa, Messina, Palermo, Fontanamurata (Riggio e Pajno, 1886-87
          sub Pamphagus simillimus); Palermo, Siracusa, Messina (Krauss, 1887); Fonta-
          namurata (Pajno, 1888a); Corleone, loc. Casale (Warchalowska-Sliwa et al.,
          1994); Castelvetrano, Palermo, Siracusa, Fontanamurata, Colle S. Rizzo (Ram-
          me,  1927, sub A. simillima); Alcamo, Randazzo, S. Stefano di Camastra, Ca-
          stel di Lucio, Fiumedinisi (Capra, 1938); Messina, Siracusa-Catania, Cimin-
          na, Baucina, Alia, Roccapalumba, Mezzoiuso-Giardinello, Corleone, Prizzi,
          Tagliavia, Sclafani Bagni, Marineo-Ficuzza, Rocca Busambra, Foce f.  Pollina,
          Sciacca (Rocca Ficuzza), San Fratello, Cesarò, Randazzo (Biondi e Massa, 1995);
          Bellolampo, Lercara, Piazza Armerina, Troina (Massa e Ragusa,  1999); Lago
          Ancipa, Alimena, Palagonia, Piana degli Albanesi, Priolo, Piana di Rummolo,
           Santa Caterina Villarmosa, Imera, Villarosa, Vizzini, Ramata, Carlentini, M.



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