Page 3 - Palazzi1988
P. 3

T ra queste, la m eglio nota è senz’altro O. atomus (P h i l i p p i , 1841).
        I ritrovam enti di esem plari viventi sembrano per essa essere lim itati
  ai piani meso- e infralitorale. U colore è sólitamente bruno lucido; la con-
  chiglia liscia in ogni sua parte o con deboli strie d ’accrescim ento (Figg. 3,
  19, 26). Com une d appertutto.
        Per ció che rig u ard a O. simplex (O.G. C osta, 1861), devo qui correggere
  u n erro re da m e com m esso anni orsono e nel quale coinvolsi l ’incolpevole
 co-Autrice (G a g l in i & P a l a z z i, 1979). Assimilai allo ra alla specie di C osta
 O. densicostata J e f f r e y s , 1884; il che non sem bra più sostenibile, dopo
  q u an to afferm ato da W a r én (1980). Ancora, considérai essere O. simplex la
 specie illu stra ta da G a g l in i & P a la zzi, 1979, t.2 f.1: e cosi non è. Infatti
 essa è fornita di una scultura molto più m arcata e regolare, ed è color
 bianco di latte; inoltre è m olto più convessa e carenata e la sua presenza
 sem bra lim itata al piano batiale e a quello circalitorale profondo. Da un
 confronto recentissim am ente eseguito dal Dr. Warén ho avuto conferma
 che la specie in questione è effetti vamen te Omalogyra densicostata e ad
 essa p e ria n to v a riferita la f.1, tav. 2 di G a g l in i & P a la zzi, 1979.
       Cos’è allo ra O. simplex? Una specie piuttosto com une in tutto il M edi­
 terrán eo , in p articolare nel piano circalitorale superiore (figg. 4, 14, 23). È
 caratterizzata dalle rugositá radiali ben m árcate e irregolari e da un tipico
 colore dato da alternanze gialle e bianchicce. La spirale di sviluppo è più
 e llittica che in O. atomus, cosi come è maggiore l'enfietà deü'ultim o giro,
 che ricopre una più am pia porzione del precedente. Naturalm ente non pos­
 so escludere a priori che si tra tti di un batitipo di O. atomus-, m a le diffe-
 renze sem brano essere, nel complesso, costanti, si che mi pare più opportu-
 no ritenerla a parte.
       Un nome di B r u sin a , polyzona, deve ancora essere considerato di dub-
 bio significato perché riferito a un tipo di colorazione che si ritrova quanto
 in atomus che in simplex.
       Per cié che rig u arda le tre specie nuove, ecco di seguito la descrizione.

Omalogyra ausonia, sp. n. (fig. 2)
      Di questa ho potuto esam inare due conchiglie raccolte dal Sig. A. Lu-

gli (Carpi) in u n ’anfora proveniente da circa 500 m di profondità al largo
dellTsola di C apraia (Lí) re p en ta il 26.V.1987.

      Si tra tta di una specie molto piccola (circa mezzo millimetro), candi­
da, tip icizzata dalle grosse coste radiali che si sviluppano superiorm ente e
inferiorm ente, m a non interessano il diam etro spirale. Esse sono irregolari,
variando da bastoncellari/fusiform í a guttiformi/claviformi, e si stagliano
n ettam en te sul fondo liscio. Il peristom a è reniform e arrotondato e l ’aspet-
to nautiloide, dato dal sovrapporsi delia parte adperistomiale delia spira a
quella abperistom iale, è m olto accentuato. Il m assim o diam etro protocon-
cale è di circa 120 p.

      H o l o t y p u s (diametro circa 480 p) conservato nella collezione del Laboratorio di Malaco-
logia dell’Università di Bologna al n° 007054.

      P a r a ty pu s (diametro circa 400 p ) in coll. Lugli.
Il nome deriva dall’origine italiana delia specie.

                                                                                  103
   1   2   3   4   5   6   7   8