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Rivista piemontese di Storia naturale, 41, 2020: 3-22 ISSN 1121-1423
sibilmente superiore, seppure soltanto stimata, 2012; Zenetos et al., 2012; Caruso & Cosentino,
di 6 m per Cala Trapanese. 2014). Recenti studi hanno segnalato però la
Le associazioni a foraminiferi, dominate da presenza della specie attuale A. lobifera in sedi-
forme epifite o epibionti e da miliolidi (in pre- menti della Turchia, datati a diversi intervalli del
valenza Quinqueloculina s.l.), sono complessiva- Pleistocene e Olocene (Meriç et al., 2016), indi-
mente tipiche dei fondali detritici della zona in- candone immigrazioni antecedenti l’apertura
fralitorale, con copertura algale e/o fanerogame della connessione artificiale con l’Indo-Pacifico.
marine (Blanc-Vernet, 1969; Sgarrella & Mon-
charmont Zei, 1993; Murray, 2006). Le diffe-
renze di composizione specifica e abbondanza CONCLUSIONI
dei taxa tra i campioni sono relativamente limi-
tate, ma suggeriscono acque leggermente più Quanto da noi rilevato sul campo, unita-
fresche durante la deposizione del livello calca- mente alla consultazione dei diversi lavori citati,
renitico inferiore (campione 1), in base alla do- ci consente di formulare una ricostruzione vero-
minanza di Cibicides refulgens su Cibicidoides simile del paleoambiente marino che circondava
lobatulus. Il campione ricavato dal riempimento l’isola di Favignana.
di P. latus, in base alla maggiore diversificazione Lo scenario, come oggi, era dominato dalla
delle specie epifite, alla presenza di esemplari Montagna Grossa, la dorsale centrale, ma
relativamente comuni di A. lessonii e di fram- l’estensione dell’isola era minore di quella
menti di alghe corallinacee (pralines), suggerisce odierna. Infatti, le aree relative alla piana occi-
fondali con una più ricca copertura algale e ac- dentale e quella orientale erano in gran parte co-
que calde, in accordo con la presenza di P. latus perte dall’acqua marina; si trattava di un basso
e di altre specie tropicali. Il ritrovamento a Favi- fondale subpianeggiante, ma non uniforme, con
gnana di A. lessonii, sia nel riempimento delle una colonna d’acqua variabile tra 0 m e proba-
conchiglie di P. latus sia nel livello consolidato bilmente un massimo di 6-7 m di profondità.
del sottile strato carbonatico sommitale, costi- Queste acque superficiali, e pertanto più
tuisce al momento la prima segnalazione di calde rispetto a quelle maggiormente profonde,
Amphistegina in depositi tirreniani. Il buono costituivano un ambiente di piattaforma carbo-
stato di conservazione degli esemplari e l’as- natica, ricche di carbonato di calcio che veniva
senza nel residuo di specie riferibili ai periodi fissato dagli organismi marini bentonici. Si può
geologici precedenti sembrano escludere il ri- ipotizzare che molti individui di P. latus, in de-
maneggiamento degli individui di tale specie. terminati periodi, magari in occasione del pe-
In letteratura non risultano segnalazioni del riodo riproduttivo, risalendo dai fondali circo-
taxon nel Pleistocene superiore dell’Italia in as- stanti, si portassero nelle acque litorali meno
sociazioni con ospiti senegalesi. Livelli ad profonde dell’isola, in particolare nelle acque
Amphistegina sono stati descritti negli intervalli più riparate delle piccole cale litorali (pocket
più caldi del Piacenziano e del Gelasiano (Di beaches). In tale situazione, al verificarsi di una
Bella et al., 2005; Caruso & Cosentino, 2014) tempesta, le conchiglie dei soggetti periti per
fino al Calabriano (Sganga 1964), zona a nan- cause naturali potevano essere ricoperte dai se-
nofossili calcarei MNN19d (Bizzarri et al., dimenti mobilizzati dai marosi, iniziando così il
2015). Il genere Amphistegina è una forma epi- lungo percorso di fossilizzazione che ci ha per-
faunale, che ospita diatomee simbionti; è dif- messo di studiarle dopo circa 126.000 anni.
fuso in acque basse, con scogliere coralline, sub- I foraminiferi dei livelli studiati rappresen-
strati duri ma anche molli, tropicali a sub-tropi- tano associazioni di ambiente infralitorale e di
cali (Langer 2008; Langer et al., 2012 con bi- fondali detritici con ampia copertura algale, in
bliografia). Tra i macroforaminiferi è quello con accordo con le macrofaune.
più ampia diffusione, avendo una distribuzione Gli esemplari di A. lessonii, in associazione a
limitata dall’isoterma invernale di 14° C e fino a P. latus, nei depositi di Favignana vengono qui
profondità di – 120 m (Larsen, 1976). Attual- considerati in posto, l’ecologia della specie ri-
mente il genere è segnalato vivente nell’area sulta perfettamente compatibile con la sua pre-
Indo-Pacifica, in Atlantico tropicale e intorno senza tra gli “ospiti senegalesi” durante il picco
alle Isole Canarie (Larsen 1976; Murray, 2006; di temperatura corrispondente al MIS 5.5.
Langer et al., 2016) e sta rapidamente ricoloniz- Ulteriori studi su livelli a P. latus potrebbero
zando il Mediterraneo, attraverso il Canale di confermare questa prima segnalazione della spe-
Suez (Triantaphyllou et al., 2009; Langer et al., cie nei depositi tirreniani.
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