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Thalassia Salentina n. 38-2016
INTRODUZIONE
Il Salento rappresenta l’estremo lembo sud-orientale della penisola italiana e
storicamente comprende le province di Lecce, Brindisi e Taranto. È bagnato
dallo Ionio ad W e a S, e dall’Adriatico a N E.
Lo Ionio salentino, compreso nel Settore Biogeografico Marino 6 (Bianchi,
2004), è un mare molto ricco e diversificato, ed ospita un elevato numero di
biocenosi. Parenzan (1983) ne riconosce 13 solo nei dintorni di Porto Cesa-
reo (LE) dove, non a caso, nel 1998 è stata istituita un’area marina protetta
con Decreto del Ministero dell’Ambiente. La diversità presente tra i mol-
luschi è stata documentata e rimarcata in due recenti lavori (Trono, 2006;
Trono and Macrì, 2013) che hanno continuato e compendiato il lavoro di
Pietro Parenzan e degli altri ricercatori che si sono occupati, anche sporadi-
camente, della malacofauna del Salento.
Le biocenosi che caratterizzano lo Ionio salentino sono soprattutto il Coral-
ligeno e la prateria di Posidonia oceanica (Linneo), biocenosi climax dei piani
Infralitorale e Circalitorale mediterranei (PicarD, 1985). Il Coralligeno pugliese
si sviluppa parallelamente alla costa, sviluppandosi in altezza di 1-2,5 m a pro-
fondità comprese tra 4 e 35 m. Gli organismi costruttori sono principalmente
alghe calcaree incrostanti mentre di minore entità è la componente animale
(giaccone, 2007). La Posidonia è diffusa lungo tutta la costa, particolarmente
sul lato occidentale dove sono più comuni i fondi mobili, a profondità com-
prese tra 1 e 40 m (DaMiani et al., 1988, BelMonTe, 2000).
Scopo di questa breve nota è segnalare per la prima volta per il Salento
Fig. 1 Fig. 2
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