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VEGETAZIONETEROFITICA DEI SUOLI CALPESTATI
p0LYGONO ARENASTRI-POETEA ANNUAE Rivas-Martinez 1975

  PoLYGONO ARENASTRI-POETALIA ANNUAE Tuxen in Gehu et al. 1972
     PoLYCARPIONTETRAPHYLLI Rivas-Martinez 1975
      Euphorbio-Oxalidetum corniculatae Lorenzoni 1964
      Polycarpo-Spergularietumrubrae Brullo & Marcenò 1976 e m Brullo

VEGETAZIONEDELLE PRATERIE SOMMERSE IN ACQUE MARINE
zOSTERETEA MARINAE (Pignatti 1953) Den Hartog et Segal 1964

   ZOSTERETALIA MARINAE (Beguinot 1941) Den Hartog et Segal 1964
    pOSIDONION OCEANICIBr.-B1. 1931

: Posidonietum oceanici (Br.-B1. 1952) Wolff 1968

Considerazioni conclusive

    L'Isola di Marettimo rappresenta l'estrema punta della catena montuosa settentrionale sicula,
facenteparte del più ampio " T h s t Belt", individuato nelle aree marine contermini e strutturatosi
nel Miocene superiore. Essa si presenta come una catena montuosa posta secondo la direttice
nord/ovest-sud/est, dominata da Pizzo Falcone (686 m s.l.m.), cima più alta di un sistema di vette
superanti spesso i 400 metri di quota. Dal punto di vista geolitologicol'area è costituita da 4 unità
tettoniche derivante dalla deformazioni di substrati mesozoici, prevalentemente dominato da
dolomie (cristalline, evaporitiche, stromatolitichee loferitiche), nonché marne e calcari del Trias
medio (?)-Lias inferiore (ABATE et al., 1999). Le formazioni pedologiche più diffuse sono
rappresentate da roccia affiorante (Rock Outcrop), litosuoli (Lithic Xerorthents) e terre rosse
(Lithic Rhodoxeralfs). Dal punto di vista bioclimatico, il territorio rientra prevalentemente
nell'ambito del piano termomediterraneo, con ombrotipo variabile dal secco inferiore al
subumido. Oltre i 400-550 m di quota si sviluppa il piano mesonzediterraneo subumido, mentre
limitatamente al settore costiero meridionale si manifestano condizioni di forte xericità che
consentono l'insediarsi di aspetti tipici del piano inframediterraneo secco.

    L'utilizzazione agro-silvo-pastorale del passato ha determinato una notevole influenza sul
paesaggio vegetale odierno, determinando la scomparsa dei soprassuoli forestali di un tempo. A
differenzaperò di molte aree contermini, l'isola ha subito un basso impatto da parte del fuoco che
altrove è stato e continua ad essere uno dei maggiori fattori di disturbo, se non il principale fattore
limitante lo sviluppo delle serie di vegetazione. La mancanza della cultura del fuoco, associata
alla scomparsa dell'intensa attività di legnatico svoltasi nel passato, nonché all'abbandono delle
colture agricole e della pastorizia intensiva, hanno consentito un rapido ripristino delle essenze
legnose e l'evolversi di alcuni aspetti forestali. Un certo disturbo vienne arrecato oggi
dall'espansione di ungulati alloctoni, introdotti nel passato e che spesso arrecano danno alle
giovani piante forestali quali il leccio, rallentandone lo sviluppo.

    L'indagine sulla flora vascolare ha portato al censimento di 520 entità infrageneriche,
riportate in elenco, riferite a loro volta a 302 generi e 84 famiglie. Fra le numerose entità
endemiche, rare o di particolare interesse fitogeografico figurano Pseudoscabiosa limon$olia,
Bupleurum dianthifolium, Brassica macrocarpa, Scilla hughii e Thymus reichardi subsp. nitidus,

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