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Lungo i canaloni a nord del paese si sviluppa una particolare macchia a Myrtus communis,
legata a una maggiore umidità edifica, mentre in quota dominano aspetti di macchia e gariga dove
troviamo altre notevoli entità quali Daphne sericea e Thymelaea tartonraira.

    Fra gli aspetti legati a particolari condizioni edafiche, figura il microgeosigrneto delle coste
            con due associazioni della classe Crithmo-Limonietea (Limonietum tenuiculi e

~~necioni-Helichysetummesserii), che si alternano all'Agropyro-Inuletum crithmoidis. Vanno
inoltre ricordate le formazioni rupestri ricche in endemismi del Bupleuro-Scabiosetum
limonifoliae e gli aspetti dei brecciai riferiti ad un'aggr. a Scrophularia bicolor.

    Non mancano altresì aspetti erbacei legati alle prime fasi di colonizzazione, alcuni dei quali
di particolare interesse, come nel caso del Laguro-Erodietum maritimi, associazione sciafilo-
nitrofila endemica dell'isola. La cenosì è caratterizzata dall'endemico Lagurus ovatus var.
vestitus e dall'Erodiurn maritimum; quest'ultima è un'interessante entità oceanica che presenta a
Marettimo l'unica stazione siciliana.

    Una prima indagine effettuata sul territorio ha avuto lo scopo di approfondire le conoscenze
sul cosiddetto del "determinismo naturale", finalizzata ad un'interpretazione delle potenzialità
forestali dell'isola. Ciò anche nell'ottica di una gestione secondo i canoni della moderna
selvicoltura naturalistica, le cui finalità operative prioritarie hanno l'obiettivo della conservazione
e della valorizzazione dei sistemi naturali. A tal proposito, la moderna scienza della
Fitosociologia paesaggistica (o anche Fitosociologia integrata) costituisce una validissima
"chiave di lettura" assai utile nell'ottica della stessa pianificazione del territorio. Basti pensare
agli interventi di restauro ambientale da effettuare in aree di particolare pregio, con l'obietttivo di
assecondare i processi dinamici naturali.

    È interessante sottolineare l'importante molo ecotonale svolto nel territorio di Marettimo
dalle varie formazioni secondarie, ora di macchia e gariga, le cui specie meriterebbero
indubbiamente una maggiore considerazione forestale, soprattutto se si tiene conto
dell'importante molo dinamico che svolgono nelle fasi d'avanzamento delle cenosi forestali. Ciò
dovrebbe far riflettere, in quanto le stesse specie non rientrano normalmente nei programmi
vivaistici volti alla produzione di materiale da utilizzare nei normali interventi di riforestazione.

Questi ultimi - in particolar modo nelle aree protette - andrebbero invece indirizzati verso il

mantenimento della biodiversità, tutelandone le sue espressioni più nobili e sensibili, di cui
l'Isola di Marettimo presenta appunto numerosissimi esempi.
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