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L’autunno è alle porte.
In realtà è già entrato, da oltre un mese, ma in Sicilia non ce ne saremmo accorti, se non fosse
per la natura che, prepotente, segue il suo corso.
È un anno drammatico quello che stiamo vivendo, nulla è certo.
Ma ci sono cose che restano ferme, nella nostra memoria e nelle nostre fotografie.
Per questo vi voglio raccontare di un viaggio in Sicilia.
Il Castello di Santa Caterina
Siamo a Favignana, isoletta all’apparenza brulla ed impervia dove spicca tra tutti un nome,
quello della famiglia Florio, riportato alla ribalta grazie ad un romanzo appassionante e
coinvolgente: I Leoni di Sicilia, di Stefania Auci.
Ignazio e Paolo Florio si trasferiscono in Sicilia, a Palermo, in seguito ad un grave
terremoto che aveva colpito il paese in cui vivevano, Bagnara Calabra, nel 1799.
Già commercianti, a Palermo impiantano una “drogheria” e ben presto diventano i più
grandi distributori di spezie e grazie al “cortice”, la corteccia dell’albero della china, potente
febbrifugo indispensabile durante l’epidemia di malaria, stabilizzano la loro fortuna.
Nasce così la loro insegna: un leone ferito che si abbevera in un ruscello in cui si
immergono le radici dell’albero della china.