Page 25 - tesi monica
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RussoMo2nM0ioc0na4icRaussosuggestive come certi panorami delle “Alpi Dolomitiche”. Proprio su
                          questo versante si ritrovano diverse grotte e strutture carsiche che si
                          aprono a livello del piano mesolitorale. Lo sviluppo della costa orientale
                          è, invece, più lineare, e nel tratto compreso tra l’abitato di Marettimo ed il
                          cimitero si osservano affioramenti di calcareniti e conglomerati (ABATE et
                          al., 1999). Lungo il versante settentrionale s’incontrano le pareti a
                          strapiombo del promontorio di Punta Troia, collegato al resto dell’isola
                          da un sottile istmo calcarenitico; la costa prosegue poi con andamento più
                          o meno rettilineo fino a Punta Mugnone, dove è visibile una grande
                          conoide di deiezione.
                          E’ separata dalle Isole di Favignana e Levanzo da un canale sottomarino,
                          detto di Marettimo. Questo canale, che ha una profondità di oltre 350
                          metri, con molta probabilità è rimasto sommerso anche durante i periodi
                          di massimo abbassamento eustatico del Pliocene facendo sì che
                          Marettimo, con il mare a -120 metri sotto il livello attuale, rimanesse
                          sempre isolata dalla terraferma, al contrario del resto dell’arcipelago che
                          diventò una sola terra emersa in continuità con la Sicilia (ABATE et al.,
                          1982; 1996; AGNESI et al., 1993). E’ costituita prevalentemente da depositi
                          carbonatici, evaporatici e calcareo-silico-marnosi di età Trias medio-
                          Cretaceo inferiore, di ambiente neritico, di piattaforma carbonatica e
                          piattaforma carbonatica-pelagica (ABATE et al., 1996). In particolare sono
                          prevalenti le dolomie cristalline, le dolomie loferitiche e stromatolitiche e
                          le marne e i calcari del Trias medio (ABATE et al., 1999). È proprio la

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