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12.1.4 Coltivazione di vite
                                L’attività di viticultura era scomparsa del tutto nell’arcipelago delle Egadi.
                                Dopo quasi cento anni, nell’isola di Favignana, sono state impiantate cir-
            IMPORTAZIONE MATERIE  ca mille piante.
            PRIME               Le condizioni insulari estreme, infatti, hanno da sempre reso particolar-

                                mente difficile la coltura della vigna.
            FERTILIZZANTI       Oggi, tale attività fa uso di una serie di tecniche (in fase di sperimentazio-
            PESTICIDI/FITOSANITARI  ne) che hanno definito quella che viene chiamata “viticoltura del mare”;
            CARBURANTE          in modo da aumentare la capacità delle piante di resistere all’ambiente
            MATERIE PRIME       ostile.
                                I vitigni selezionati sono rigorosamente autoctoni (Grillo, Catarratto e
                                Zibibbo), mentre il sistema di allevamento scelto è di tipo “alberello ap-
                                poggiato”.  Tale sistema è caratterizzato da un limitato sviluppo in altezza
                                ma con inspessimento delle radici, dopo i primi anni di messa in dimora.
                                Con la vicinanza del mare si è innescato un vero e proprio processo adat-
                                tativo, differente e specifico per ogni tipo di varietà impiantata.
                                La coltivazione a bassa densità permette una continua ventilazione che
                                rappresenta un importante antiparassitario naturale. Il risparmio idrico
                                è fondamentale per le coltivazioni insulari.
                                Le vigne, fortunatamente grazie l’eccezionale ventilazione di cui gode, è
                                irradiato da acqua di mare nebulizzata. Questo “aerosol marino”, costitui-
                                to appunto da vento e salsedine, può provocare bruciature a foglie e frut-
                                ti. Per una maggiore protezione della produzione si preferisce, quindi, un
                                orientamento interno della potatura. Inoltre, l’azione del vento ha la ca-
                                pacità di spargere su tutto il vigneto la Posidonia Oceanica, che si deposi-
                                ta nelle scogliere vicine dopo le mareggiate. La vegetazione marina, ricca
                                di sostanze nutritive e minerali, partecipa alla concimazione dei terreni.
                                La composizione sabbiosa del terreno rende più difficile la diffusine di fi-
                                lossera (parassita che spesso compromette la salubrità della piantagione);
                                mentre la natura delle rocce calcarenite permettono il drenaggio dell’ac-
                                qua salata.
                                La combinazione di questi differenti fattori (esposizione ventosa, apporto
                                salino, suolo sabbioso e roccia calcarenite) ha favorito l’adattamento dei
                                vitigni, conferendo inoltre un peculiare ispessimento delle bucce ed un
                                caratteristico corredo cromatico ai frutti .
                                                                        15
                                Anche per la coltivazione della vite, dopo la raccolta, la filiera continua
                                in terraferma.

                                Preparazione del terreno
                                Il ciclo vegetativo della vite comincia con la fase di riposo. Essa intercorre
                                generalmente nei mesi tra settembre e febbraio e consiste in una serie di
                                lavori di manutenzione sul terreno. Per mezzo di appositi macchinari si
                                innesca un movimento sul suolo in modo da garantire un maggiore dre-
                                naggio. Successivamente si prosegue con la fertilizzazione tramite letame
                                e la pratica del sovescio, ovvero la coltivazione di piante capaci di ripristi-





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