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12.1.5 Coltivazione di frutta e verdura
                                La coltivazione ortiva insieme alle colture legnose agrarie di frutteti e
                                agrumi si riducono a piccoli appezzamenti non cartografatili e omoge-
          IMPORTAZIONE MATERIE  neamente diffusi su tutto il territorio; ubicati in particolar modo intorno
          PRIME                 alle abitazioni private . Molte di queste colture sono allo stato di abban-
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                                dono poiché ritenute ormai poco redditizie e poco economiche, dato gli
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          FERTILIZZANTI         Un’altra limitazione allo sviluppo di queste colture è attribuibile alla dif-
          PESTICIDI             ficoltà di approvvigionamento idrico. Gli appezzamenti culturali meglio
          CARBURANTE            conservati sono le colture legnose ad ovest dell’isola di Favignana  (nella
                                                                                                20
          MATERIE PRIME         località di Cala Grande) ed occupa un posto di rilievo il “il giardino dell’im-
                                possibile” coltivato nelle cave dismesse. I terreni agricoli sono destinati
                                sia a colture di tipo estensivo (per la maggior parte terreni attualmente
                                privi di ogni cura agronomica) che a coltivazioni orticole di tipo intensi-
                                vo. Le legnose agrarie fruttifere prevalenti sono pesco, pero, albicocco,
                                agrumi e ficodindieti .
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                                Dati storici testimoniano come gran parte del territorio comunale era
                 RIFIUTI        destinata alle piantagioni di ficodindieti e, in un momento favorevole di
                                mercato provinciale, ha ricoperto la quasi totalità della produzione agri-
                                cola di Favignana. Il mercato proveniente dalla zona della Valle del Belice
          SCARTI ORGANICI       ha fortemente penalizzato quello insulare; tanto da far registrare negli
                                ultimi anni un forte calo della produzione ed un massiccio abbandono di
                                tali coltivazioni.
                                Oggi il paesaggio dell’isola appare ricoperto da piccoli appezzamenti di
                                fico d’india disseminati e sovrastati da erbe infestanti. Nonostante il chia-
                                ro stato di trascuratezza, vi è una consistente presenza di tale coltura. Ciò
                                è giustificato dalla grande capacità della pianta di resistere alla mancanza
                                d’acqua. Le Egadi, infatti, si prestano notevolmente all’aridocoltura .
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                                Le aziende ortofrutticole insulari dipendono fortemente dalla terra ferma
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                                In particolare hanno un continuo collegamento con i produttori e distri-
                                butori di sementi, fertilizzanti, diserbanti e combustibile fossile per il
                                funzionamento dei macchinari. Inoltre, il raccolto viene sempre pensato
                                in funzione della grande distribuzione ed escludendo quasi del tutto la
                                vendita di tipo locale.
                                In questo modo, l’attività agricola è sia artefice che vittima dell’inquina-
                                mento.
                                Ad aggravare la situazione sono i fenomeni di pressione antropica e urba-
                                nizzazione che, da anni, minacciano la distruzione degli habitat naturali
                                e, di conseguenza, l’estensione delle specie animali e vegetali. È evidente
                                come ad oggi la coltivazione di frutta e verdura insulare riflette le azioni
                                di una società lineare. I coltivi abbandonati possono costituire, invece,
                                una risorsa di avvio per un’agricoltura biologica, la cui in assenza di resi-
                                dui chimici (provenienti dai trattamenti di concimazione e fertilizzazione
                                territoriale) può dare inizio a un ripristino dell’economia locale nel rispet-





                                                                                                 sistema lineare/ 197
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