Page 3 - I Florio e Favignana
P. 3

3

I Florio continuano a credere fermamente nell’industria del tonno, e
continuano ad investirvi denaro: nel 1874 Ignazio Florio compra
l’intero arcipelago delle Egadi (Favignana, Levanzo, Marettimo e
Formica) con le loro tonnare e relativi diritti di nobiltà e di investitura,
per la grande somma di 2 milioni e 750.000 lire; nello stesso anno da
mandato per la costruzione dello stabilimento di Favignana.
Lo stabilimento fu costruito su progetto dell’Architetto Giuseppe
Damiani Almeyda, il cui nome è legato alla realizzazione del Teatro
Politeama di Palermo: le sue ampie strutture consentono per
lunghissimo tempo lo sfruttamento industriale dei prodotti della
mattanza.
È il periodo d’oro della tonnara isolana, tanto che una lapide apposta
all’interno dello stabilimento nel 1878 – quattro anni dopo la sua
realizzazione – ricorda una mattanza favolosa, con la cattura di oltre
10.000 tonni.
Per molti decenni la tonnara lavora a pieno ritmo, dando lavoro anche
a 1.000 persone; ma ben presto il pescato comincia a diminuire,
nonostante le cialome propiziatorie dei marinai e gli sforzi di
capacissimi rais.
Ma i Florio continuano ad investire, ed il 26 gennaio 1926, nonostante
la famiglia Florio avesse già iniziato la sua parabola discendente nel
panorama commerciale italiano, i fratelli Ignazio e Vincenzo
costituiscono a Roma la “Società Anonima Tonnare Florio” con un
capitale sociale di 10 milioni, mediante l’apporto degli immobili e
degli attrezzi degli stabilimenti di Favignana.
Ma l’isola non era per i Florio soltanto un investimento di capitali:
essi se ne innamorano subito per il paesaggio, ma soprattutto perché
era lontana (non solo fisicamente) dalla vita ormai caotica di Palermo.
Nel 1878 Ignazio decide di costruirvi un palazzo dove rifugiarsi,
lontano dallo stress quotidiano: ne affida ancora l’incarico a Giuseppe
Damiani Almeyda, che lo progetta in uno stile gotico meridionale,
curando ogni minimo dettaglio d’arredo.
   1   2   3   4   5   6