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Da Santa Caterina alla Colombaia di Giuseppe Romano
LP Folk Italiano, e anche da Rosa Balistreri nel LP "Noi siamo nell'inferno carcerati".
Traduzione: Carcere Vicaria, la Favignana/ il castello di Santa Caterina/ maledetto chi ha costruito San Vito (nome del vecchio carcere di Agrigento
n.d.r.) di dentro e di fuori è rivestito di lamiera/ chi vi ha un fratello e chi il marito/ in quel misero luogo sconsolato/ il carcerato che la notte non dorme/
pensa alla libertà, muore e si danna.
7 Tupputi Ottavio (Risceglie 1789 - Napoli 7/1/1865) Appena quindicenne si arruola al seguito di Napoleone Bonaparte, con cui intraprende una
rapida carriera militare; nominato capitano per meriti di guerra, quindi colonnello, cavaliere dell'impero decorato con la croce della Legion d'Onore.
Dopo la campagna di Russia, segue Murat a Napoli ed è a fianco di Guuglielmo Pepe nei moti rivoluzionari. Condannato a morte per i fatti di
Monteforte (luglio 1820 - un gruppo di ufficiali borbonici al comando dei tenenti del Reggimento Borbone cavalleria, Morelli e Silvati si erano ribellati
chiedendo la Costituzione) la pena gli fu poi commutata in Ergastolo da scontarsi a Favignana. Liberato in seguito all'amnistia regia del 1831 è di
nuovo in guerra al fianco del Piemonte nella 1^ guerra d'Indipendenza. Nel 1860, cacciati i Borboni, Garibaldi gli conferisce il grado di Maggiore
Generale e poi di Comandante della Guardia Nazionale. Nel Parlamento Italiano è Senatore del Regno e il Re lo nomina Luogotenente Generale e
Aiutante di Campo.
8 Nato a Belcastro il 6 gennaio 1775, fu valente avvocato e fervente fautore di libertà. Prese parte attivamente alla costituzione della Repubblica
Napoletana animando i liberali napoletani alla conquista di Castel S. Elmo. Arrestato e rinchiuso nelle segrete di Castelnuovo, il 27 agosto 1799, la
Giunta di Stato lo condannò a morte mediante impiccagione. Il 27 settembre di quell'anno la pena di morte fu commutata all'ergastolo ed egli fu
inviato, il 30 settembre, nella fortezza di Santa Caterina a Favignana, dove scontò due anni di dura prigionia, uscendone nel 1801.
9 Patrioti siciliani, capeggiarono un moto rivoluzionario che il 25 novembre 1856 assalì il carcere di Cefalù liberando Salvatore Spinuzza che venne
messo alla testa dei rivoluzionari che dopo poche ore proclamarono un governo provvisorio. Due giorni dopo, al porto di Cefalù fece la sua comparsa
la corazzata Sannio e non riuscendo a fermare lo sbarco dei borbonici, Spinuzza e gli altri fuggirono lontano da Cefalù. Dopo circa un mese, durante
un conflitto a fuoco, il gruppo venne catturato. Spinuzza fu fucilato, gli altri, i fratelli Botta, Andrea Maggio e Alessandro Guarnera furono graziati e
condannati al carcere da scontare sull'isola di Favignana, nelle segrete della fortezza di Santa Caterina e San Giacomo; si trattava di fosse scavate
nel vivo della roccia, luoghi che equivalevano quasi ad essere sepolti vivi. La lapide apposta sotto la statua di Nicolò Botta nella villa comunale di
Cefalù così recita:giovane ventenne/nel 1856/fu tra i primi ad insorgere/ contro la tirannide/e soffocata nel sangue/ quella generosa riscossa/fu
sepolto vivo/ nel carcere di Favignana/Così i Borboni premiavano/ la carità di Patria.
10 Patriota, nato a Ielsi il 1° dicembre 1761. Commissario di Guerra nel 1799. Colonnello della Guardia Nazionale nel 1820 "caldo carbonaro e non
molto prudente" (così lo descrive Gugliemo Pepe) Abolita la Costituzione e restaurato l'assolutismo, Andrea Valiante fu catturato, condannato
all'ergastolo e tradotto nell'isola di Favignana. Nel 1827 in occasione della nascita del Conte di Trapani , il Valiante ebbe commutata la pena a 30
anni di relegazione nell'isola di Pantelleria, dove giunse il 15 agosto 1828 e lì morì l'8 ottobre 1829.
11 Patriota , nato a Castelvetrano nel 1829. Da Malta ove si era rifugiato durante i moti del '48 organizza uno sbarco in Sicilia per fomentare una
rivoluzione contro i Borbone. Il 24 maggio 1854 sbarca nei pressi di Roccalumera, con Giovanni Interdonato e il marchesino Pietro Mauro. Arrestati
dalla polizia borbonica (1855) vengono condannati a morte dalla Gran Corte Criminale di Messina, pena ridotta poi a 30 mesi per Scarperia e
Interdonato e 2 anni per Mauro. Lo Scarperia, scontata la pena a Palermo, viene poi relegato a Favignana; da lì nel 1859 fugge a bordo di un
peschereccio ma viene sorpreso ed inviato nelle carceri di Trapani e poi a Ustica ed infine agli arresti domiciliari a Trapani dove il 4 aprile 1860,
dopo il fallito tentativo rivoluzionario della Gancia, a Trapani viene dichiarato lo stato d'assedio e lo Scarperia viene diffidato dal Comandante La
Piazza che in caso di sollevazioni popolari la sua casa sarebbe stata bombardata per prima. Volontario con i Mille, il 31 ottobre 1860 viene nominato
Capitano del 1° battaglione dei Cacciatori delle Alpi. Medaglia d'oro per aver combattuto per la liberazione della Sicilia, il 12 ottobre 1862 muore a
Castelvetrano.
12 Giuseppe Antonio Abbamonte, noto anche come Giuseppe Abbamonti (Caggiano, 21 gennaio 1759 - Napoli, 9 agosto 1819; aderì agli ideali
giacobini e nel 1794, coinvolto in una congiura, fu costretto a fuggire a Oneglia. Fu poi a Loano e a Milano, dove nel 1797 pubblicò il Saggio sulle
leggi fondamentali dell'Italia libera. Sempre nel capoluogo lombardo fondò il Giornale dei Patrioti italiani e collaborò con il Monitore italiano.Nel 1798
divenne ispettore generale del ministero di polizia della Repubblica cisalpina ma in seguito fu arrestato a causa di contrasti politici.Dopo la
proclamazione della Repubblica Napoletana, pur essendo assente dalla città fu chiamato a far parte del governo provvisorio. Giunto a Napoli nella
seconda metà del febbraio 1799, organizzò il tribunale di giustizia e fu dapprima nominato Presidente del Comitato centrale e poi della
Commissione esecutiva. Partecipò alla difesa della città contro le truppe sanfediste. Dopo la resa, doveva recarsi a Tolone insieme ad altri patrioti
napoletani. Ma i vincitori non mantennero i patti e li imprigionarono. Abbamonte fu condannato a morte dalla Giunta di Stato ma, per essersi arreso,
la pena fu commutata in ergastolo da scontarsi a Favignana. Liberato nel 1801 si recò a Milano per poi tornare a Napoli definitivamente nel 1806
quando Giuseppe Bonaparte divenne re della città. Qui rivestì importanti ruoli nella magistratura e fu in seguito nominato consigliere di stato da
Gioacchino Murat. Rimase in città anche dopo la restaurazione e, sotto il regno di Ferdinando I fu nominato consigliere della Corte suprema di
giustizia.
13 Castelvetrano 29/11/1820 -20/10/1882. Patriota castelvetranese. Protagonista dei moti del '48, arrestato dalla polizia borbonica nel 1850 e
insieme ad altri patrioti siciliani condannato alla relegazione presso l'isola di Favignana. All'arrivo di Garibaldi è tra i primi ad accorrere ed